Scrive padre Paolo Martinelli, OFM Cap, Preside dell’Istituto Francescano di Spiritualità Pontificia Università Antonianum, curatore della mostra: “Da dove nasce l’interesse per il Volto Santo e per i ritratti di Cristo lungo la storia della Chiesa? Perché fu necessario persino un Concilio a Nicea nel 787 per dirimere se fosse lecito o no venerare tali immagini? Ciò che è veramente in gioco, anche oggi, è il realismo della incarnazione e il significato di questo mistero per l’umano. Infatti, il rapporto che Dio ha voluto con l’uomo non è affidato alla nostra fantasia religiosa. Egli si è veramente «fatto carne» (Gv 1,14). «Nacque il tuo nome da ciò che fissavi». In questa espressione è custodito il mistero di un incontro dal quale nasce il nostro nome. Nella Sacra Scrittura il nome indica la realtà propria della persona, il suo carattere irripetibile. Fissare quel volto è trovare il proprio nome, è ritrovare se stessi”.
Questo il percorso che la mostra Il Volto ritrovato. I tratti inconfondibili di Cristo, realizzata in occasione della XXXIV edizione del Meeting di Rimini, invita a fare. Un evento che intende documentare quanto il desiderio di vedere il Volto di Dio, che ha caratterizzato l’Antico Testamento, sia rimasto presente nella Chiesa.