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 Progetto Culturale - Punto di vista - 'Dialogate con la cultura, la societ?, la politica' 

n° 96 - 28 maggio 2013


'Dialogate con la cultura, la società, la politica'

Per capire la questione

La voce del Papa. Il suo invito ai vescovi a non lasciarsi sedurre da carriera e denaro, evitando di trasformarsi in funzionari o chierici di Stato. Il suo «mandato» alla Conferenza episcopale italiana, affinché continui «il dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche» e prosegua nello studio per ridurre il numero delle diocesi. La sua preghiera alla Vergine, ma anche alcuni significativi segni. Luce, a simboleggiare la fede. Canto, preghiera. E quel Credo, recitato coralmente sulla tomba dell’Apostolo Pietro, a sottolineare – proprio nell’Anno della Fede – che l’adesione a Cristo «non è un atto formale», come ha detto il Pontefice.
Era una 'prima volta' l’incontro di Papa Bergoglio con la «sua» Conferenza episcopale riunita in assemblea generale. E come tale la professio fidei di ieri pomeriggio ha proposto momenti davvero straordinari rispetto al normale svolgersi dell’incontro tra il Papa e i vescovi della Penisola durante l’annuale assemblea di maggio. Innanzitutto il luogo. Non l’Aula del Sinodo, come di solito avviene, ma l’altare della Confessione, cuore della Basilica Vaticana. E poi la forma. Una liturgia della Parola, semplice e solenne al tempo stesso, che di fatto ha concluso le 16 visite ad limina delle Conferenze episcopali regionali, e all’interno della quale il Papa ha inserito il proprio discorso.
Francesco – apparso «particolarmente contento» dell’occasione, come egli stesso ha sottolineato – non si è però limitato a leggere il discorso scritto. Anzi, rispondendo subito al saluto iniziale del cardinale presidente della Cei, Angelo Bagnasco (nel quale, tra l’altro, si sottolinea come «la sollecitudine» che anima i vescovi italiani sia quella «di aiutare tutti, credenti e non credenti, a ritrovare fiducia nella vita» alla luce del Vangelo), ha messo in rilievo due particolari aspetti del «forte lavoro, perché avete tanti compiti» – ha specificato – dei vescovi italiani. «La Chiesa in Italia – ha ricordato – è in dialogo con le istituzioni culturali, sociali, politiche: è il compito vostro meno facile. E anche il lavoro di fare forti le conferenze regionali perché siano la voce di tutte le regioni tanto diverse». Infine, ha notato il Papa, «anche il lavoro di ridurre un po’ il numero delle diocesi tanto pesanti non è facile, ma c’è una commissione per questo». «Andate avanti con fratellanza – ha quindi incoraggiato –, la Conferenza episcopale vada avanti» perché «questo dialogo con le istituzioni culturali, sociali e politiche è cosa vostra».
Non è stato il solo fuori programma. Prima di leggere il discorso scritto, infatti, il Pontefice ha premesso che si trattava di una sua riflessione sulle letture proclamate e soprattutto sul passo evangelico in cui Gesù affida a Pietro il compito di «pascere le sue pecore ». Poco dopo, al momento di chiedere«un posto particolare» nella sollecitudine pastorale verso i sacerdoti, ha aggiunto: «Aiutiamoli di cuore, sono i nostri figli e i nostri fratelli».
La professio fidei è stata caratterizzata, oltre che dalla proclamazione della Parola di Dio e dal Credo, anche dal segno della luce. Un sacerdote, una suora e una fami­glia hanno acceso altrettante lampade, a nome delle diverse vocazioni (al sacerdozio, alla vita consacrata e al matrimonio) all’interno della Chiesa. Quindi, dopo la preghiera dei fedeli, l’omaggio floreale del Papa a Maria alla quale in precedenza lo stesso Francesco aveva chiesto di «liberarci dall’idolatria del presente» per tornare «alla freschezza delle origini». E infine il saluto a uno a uno agli oltre 200 vescovi presenti.
Mimmo Muolo

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