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Intervista a Paola Bignardi. Emergenza educativa: le responsabilità degli adulti   versione testuale
Paola Bignardi
Paola Bignardi
Bignardi:”Costruiamo alleanze per l’educazione"
“Emergenza educativa è espressione entrata nel linguaggio comune per indicare le attuali difficoltà dell’educazione. Spesso nasce dalla constatazione di comportamenti che indicano il disorientamento dei più giovani, e si porta dietro giudizi e valutazioni negative sui giovani e sul futuro”. Così Paola Bignardi, pubblicista, membro del Comitato per il progetto culturale della Cei, coordinatrice assieme ai professori Sergio Belardinelli e Francesco Botturi, del Rapporto-proposta che sarà presentato il 22 settembre a Roma. “Più che di emergenza educativa, personalmente preferisco parlare di crisi dei modelli tradizionali dell’educazione. Oggi educare non ha più nulla di scontato e non può riprodurre le esperienze educative del passato. Questo cambiamento richiede che tutti coloro che hanno responsabilità educative ripensino a fondo il modo con cui riescono a mettersi in comunicazione con i più giovani, per accompagnare il processo della loro crescita in umanità, in cultura, in fede. E che lo facciano con speranza: da questo momento di crisi potranno venire non pochi guadagni: una nuova attenzione verso l’educazione, come una delle forme più tipiche dell’esercizio della responsabilità adulta e al tempo stesso come una delle esperienze in grado di rigenerare la stessa umanità degli adulti”. Nel Rapporto-proposta il concetto di educazione viene assimilato a quello di bene pubblico per eccellenza. 

Quale strada intraprendere per rilanciare questo bene pubblico?
“Abbandonare tutti gli atteggiamenti catastrofisti che oggi accompagnano molte riflessioni sull’educazione e sui giovani e lasciarsi mettere in discussione, come adulti, dalle loro domande e dalla loro fatica di crescere” – prosegue Paola Bignardi. “É necessario che come adulti prendiamo coscienza che se c’è un’emergenza educativa questa riguarda prima di tutto noi adulti: essa è lo specchio dei nostri disorientamenti, delle nostre “dimissioni”, del basso profilo della nostra visione della vita. L’attuale crisi dell’educazione si affronta solo se la generazione adulta sarà disponibile a rimettersi in gioco e a rivedere il proprio progetto di vita. E poi ritengo che sia necessario costruire alleanze per l’educazione: se educare è difficile, oggi nessuno può farcela da solo. Con pazienza e disponibilità al dialogo, occorre che famiglia, scuola, istituzioni, associazioni, si interroghino su come accompagnare insieme il cammino di crescita di ragazzi e giovani. (vg)