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"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
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 Dio oggi - Archivio notizie - Diaco (CEI), "non per celebrare rivincite ma per evitare autoreferenzialità" 
Diaco (CEI), "non per celebrare rivincite ma per evitare autoreferenzialità"   versione testuale
“La contraddizione evidente tra un certo ambiente culturale che pare snobbare la fede in Dio e il persistente, radicato riferimento a Lui che innerva il vissuto delle persone, le loro domande e speranze”. E’ questo, per Ernesto Diaco, vice responsabile del progetto culturale della CEI, il primo segnale che proviene dal convegno internazionale "Dio Oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto" promosso dal Comitato per il progetto culturale che si svolgerà a Roma dal 10 al 12 dicembre. “Non si tratta di celebrare rivincite o ridisegnare i confini, - scrive Diaco in una nota per il Sir (www.agensir.it) - ma di evitare da una parte la chiusura nel vicolo di una sterile autoreferenzialità, e dall’altra l’arroccamento sulle rive del grande fiume della storia”. “Al fondo sta la convinzione che l’Occidente ha un debito verso se stesso e verso il mondo: chiarire le ragioni della propria fede in Dio, per poter rendere più agevole e fecondo il dialogo con le altre grandi culture. Affrontare la questione di Dio significa imbarcarsi nelle cose essenziali: la vita, la morte, il tempo, gli altri. L’evento del progetto culturale – conclude Diaco - vuole ricordarlo con tutti i registri a disposizione – musica, arte, poesia, tv, cinema, scienza, letteratura – bandendo i discorsi solenni e noiosi”.