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"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
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 Dio oggi - Archivio notizie - Dio e la violenza, tavola rotonda con Panebianco, Severino e Cimmino 
Dio e la violenza, tavola rotonda con Panebianco, Severino e Cimmino   versione testuale
Scabini: "La radice della violenza è il narcisismo dell'uomo"
“La guerra ha una matrice di fondo: la fame, il dolore, la morte. I popoli vogliono uscirne. Qui entra in campo Dio. Dio è evocato dai popoli per salvare dal dolore e dalla morte”. Così Emanuele Severino nel prendere la parola dopo le relazioni di Angelo Panebianco e di Luigi Cimmino sul tema “Dio e la violenza”, discussione fatta a partire dal testo del filosofo “A Cesare e a Dio. Guerra e violenza in controluce” . La tavola rotonda, moderata da Eugenia Scabini, si è tenuta ieri sera nell’ambito del convegno “Dio oggi” promosso dal progetto culturale della Cei. “ Se davvero la guerra è sfuggita al controllo della politica – ha aggiunto il filosofo - allora nessuna speranza per arginare il caos è possibile”. Inoltre, ha precisato, “la statualità è, in mezzo a tante tragedie, quell'ordine di cui gli uomini continuano a avere bisogno per garantirsi la sopravvivenza”. Eugenia Scabini, ha replicato a un'accettazione passiva dell'agire violento, affermando che “ la radice della violenza è il narcisismo cioè l'uomo che occupa tutto lo spazio e quindi l'uomo che dimentica di essere mendicante. L'uomo nella misura in cui esce da questa condizione di mendicate chiude e spezza la violenza e può acchiappare quel mistero che lo accomuna al fratello”. (sir)