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"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
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 Dio oggi - Archivio notizie - Scola: Eclissi e ritorno di Dio 
Scola: Eclissi e ritorno di Dio   versione testuale
 
“Eclissi”. Il cardinale Angelo Scola, Patriarca di Venezia, ha utilizzato questo termine per descrivere “il tormentato rapporto della modernità euroatlantica con Dio”. “La metafora del frapporsi della luna tra la terra ed il sole - ha detto - esprime il carattere transitorio di tale nascondimento”. Intervenendo alla seconda sessione dell’evento internazionale “Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto” promosso dal Comitato per il progetto culturale della Conferenza Episcopale Italiana, in corso a Roma fino a domani, il cardinale Scola ha ricordato che tale parola venne usata a partire dagli anni ’50 da Martin Buber per indicare quelle “movenze del pensiero moderno che, in campo sia filosofico sia teologico, hanno progressivamente oscurato il rapporto con Dio, perché hanno ridotto Dio ad un contenuto oggettivabile di una teoria”. Tuttavia, ha continuato il Patriarca, “l’odierna età ci riserva una grossa sorpresa: in essa non solo è presente l’istanza critica nei confronti della coscienza religiosa, ma anche la riaffermazione del religioso nella vita personale e sociale”. Secondo il cardinale Scola, infatti, “la questione della secolarizzazione ha lasciato decantare i suoi plurimi significati, mostrandone le diverse attualità”. “Oggi – ha spiegato - è più chiaro che il frutto duraturo del processo di secolarizzazione è la differenziazione tra sfera religiosa e sfera secolare, mentre le tesi della secolarizzazione come inevitabile ‘declino religioso’ e come irreversibile ‘privatizzazione’ della religione non sono più attuali”.
Per il Patriarca di Venezia, “la questione del binomio eclissi/ritorno di Dio assume un’altra più adeguata formulazione: come nominare questo Dio oggi, come narrare di Lui comunicando questo Dio vivo all’uomo reale?”. “Nell’ottica cristiana – ha sottolineato - Dio è Colui che viene nel mondo e perciò si distingue da esso senza che questo escluda la possibilità di coglierlo come familiare. Per parlare di Dio ‘si deve azzardare l’ipotesi che sia Dio stesso ad abilitare l’uomo a divenirgli familiare. La fede cristiana vive anche dell’esperienza di Dio che si è fatto conoscere e si è reso familiare’”. Secondo il cardinale Scola, “il martirio è la sconfitta di ogni eclissi di Dio, è il Suo ritorno in pienezza attraverso l’offerta della vita da parte dei Suoi figli”. “Una consegna di sé – ha concluso - che vince il male, perfino quello ‘ingiustificabile’, perché ricostruisce l’unità, anche con colui che uccide. Come Gesù prende il nostro male su di Sé perdonandoci in anticipo, così il martire abbraccia in anticipo il suo carnefice in nome del dono di amore di Dio stesso, da tutti riconoscibile almeno come assoluto trascendente (verità)”.