Progetto culturale
Versione Accessibile - Solo Testo
Mappa del Sito
cerca nel sito  Cerca
"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
Benedetto XVI
Il Blog del Progetto culturale
La Sfida Educativa
Comune di Roma
Auditorium Conciliazione
 Dio oggi - Archivio notizie - Ruini: riproporre Dio in un mondo segnato da ateismo e nichilismo 
Ruini: riproporre Dio in un mondo segnato da ateismo e nichilismo   versione testuale
Conferenza stampa a Roma, in Campidoglio, del Presidente del Comitato per il progetto culturale
Sebbene si parli “di risveglio religioso e di tramonto dell’idea della secolarizzazione come esito inevitabile della modernità, da molto tempo “il panorama culturale appare segnato dalla tendenza a ricondurre Dio a un prodotto della nostra mente: così l’ateismo ha messo radici profonde ed è sfociato nel nichilismo, con la caduta di tutti i valori e di tutte le certezze”. È l’analisi del cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato per il Progetto culturale della Cei, che nel corso della conferenza stampa in Campidoglio ha illustrato il senso del Convegno “Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto” che si terrà a Roma dal 10 al 12 dicembre prossimi. Un evento internazionale che vuole, ha chiarito il cardinale Ruini, “mostrare qual è il primo e in ultima analisi unico interesse della Chiesa, e così anche qual è la sua più profonda natura e vocazione, il suo dover essere: rendere, come ha scritto Benedetto XVI, Dio presente in questo mondo e aprire agli uomini l’accesso a Lui”.
 
L’obiettivo è cioè quello di “proporre, nel contesto di oggi, il Dio di Gesù Cristo”. Avendo la consapevolezza che “la leadership culturale progressivamente assunta dalle scienze empiriche negli ultimi decenni - ha osservato il cardinale Ruini - è spesso accompagnata, pur senza alcuna reale giustificazione scientifica, dall’affermarsi di una ‘metafisica’ evoluzionistica che riduce tutto alla natura, cioè alla materiaenergia, al caso e alla necessità, non lasciando spazio perciò né a Dio né all’uomo in quanto soggetto”. E senza dimenticare, ha continuato, “la tendenza a identificare ciò che è propriamente razionale con ciò che può essere oggetto delle scienze, con la conseguenza che Dio non sarebbe conoscibile razionalmente”.
Il tema di Dio riemerge oggi con grande forza, anche in rapporto alle sue implicazioni socio-culturali. “Non possiamo pensare - ha affermato il porporato - che il peso culturale acquisito dall’ateismo e dall’agnosticismo non abbia conseguenze sull’apertura a Dio di coloro che vivono in quella società e respirano quella cultura”. Inoltre, ha sottolineato il presidente del Comitato per il Progetto Culturale della Cei, “l’emarginazione di Dio dalla cultura prevalente può esercitare un influsso negativo anche tra coloro che vi reagiscono, portandoli a rinchiudersi in un orizzonte ristretto e a ritenere, almeno implicitamente, che la fede in Dio richieda il distacco dal proprio tempo”. Infine, ha rilevato il cardinale, “non è fuori luogo presumere che anche in altre parti del mondo si porranno presto, se già non si pongono, quei problemi che nascono dalla tendenza a ricavare, sia pure impropriamente, dalla scienza ragioni a favore dell’ateismo o dell’agnosticismo”.