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Liturgia e catechesi per una pastorale del creato   versione testuale

Si è tenuto a Roma il 31 gennaio 2014 il settimo seminario di studio sulla Custodia del creato, dedicato al ruolo di “Liturgia e catechesi per una pastorale del Creato”. L’incontro è stato promosso dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro e dal Servizio nazionale per il progetto culturale, in collaborazione con l’Associazione teologica italiana (ATI) e l’Associazione teologica italiana per lo studio della morale (ATISM). Una sinergia che ha dato luogo negli anni a diversi appuntamenti e materiali, confluiti nel volume “Custodire il Creato. Teologia, etica, pastorale” (EDB, Bologna 2013).
La grande ricchezza di riferimenti alla creazione nei testi liturgici è stata presentata da Loris Della Pietra, direttore dell’Ufficio diocesano per la Liturgia di Udine. Il rapporto tra creazione e redenzione, infatti, è fra i motivi più ricorrenti nelle orazioni, sia nel tempo ordinario che nelle liturgie natalizie e pasquali. “Tutta la creazione è in cammino verso la piena liberazione – ha spiegato il teologo – e Dio creatore, origine di ogni cosa, è colui che si prende a cuore la salvezza del mondo, facendosi rinnovatore e perfezionatore dello stesso”. In particolare, la prassi del benedire fa emergere un rapporto nuovo con le realtà create, ben lontano dal sacralizzare gli oggetti o le forze naturali per introdurre invece la persona nella logica di Dio. “E’ l’uomo benedicente – ha concluso il teologo – il vero legame tra le cose e il Creatore”.
Una panoramica sul linguaggio della creazione nell’orizzonte sacramentale della liturgia tra Occidente ed Oriente è stata poi proposta da Luigi Girardi, preside dell’Istituto di liturgia pastorale S. Giustina di Padova e presidente dell’Associazione dei professori e cultori di liturgia. Da una parte – ha sottolineato – il recupero nella riflessione liturgica della dimensione del corpo dell’uomo celebrante ha portato a una rivalutazione della dimensione creaturale e cosmica della liturgia. “L’uomo gode del creato come segno dell’amore di Dio e lo vede come il luogo della condivisione e della costruzione della vita. E in questo modo esso entra nella liturgia”. La sensibilità orientale, da parte sua, accentua la dimensione contemplativa ed escatologica.
Il terzo intervento del seminario di studio è stato affidato al professor Flavio Pajer della Pontificia Università Salesiana. In un’ampia rassegna sull’educazione scolastica e religiosa, il pedagogista ha individuato finalità e metodi di una “educazione al creato”. Oltre alle possibilità offerte dalle singole discipline, va curata l’impostazione di fondo, secondo quattro verbi: conoscere, valutare, scegliere, verificare.