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 Progetto Culturale - Punto di vista - Gesù, nostro contemporaneo 

n° 28 - 15 novembre 2011

Gesù, nostro contemporaneo

 

Per capire la questione

Dal 15 novembre 2011 è possibile iscriversi tramite il web all’evento internazionale “Gesù, nostro contemporaneo” che il Comitato per il progetto culturale della CEI organizza a Roma dal 9 all’11 febbraio 2012. La partecipazione è libera e gratuita; cliccando sull’apposita pagina internet si ha la certezza di poter accedere ai lavori.
L’Auditorium romano di via della Conciliazione, infatti, fu a malapena sufficiente a contenere i 2600 partecipanti al precedente evento dell’organismo presieduto dal cardinale Camillo Ruini: “Dio oggi. Con lui o senza di lui cambia tutto”, tenutosi nella capitale nel dicembre di due anni fa. In quell’occasione, ad ascoltare gli studiosi italiani, europei ed americani intervenuti, fu un vasto pubblico di studenti e professori, catechisti e animatori dei centri culturali, membri delle parrocchie e delle associazioni, credenti e non. A conclusione, l’arcivescovo Rino Fisichella riconobbe che si era trattato di un tour de force tra filosofia, scienza, teologia e arte capace di “gettare un sasso nello stagno su due fronti: quello dell'indifferenza, che spesso domina il contesto culturale sulla problematica di Dio, e quello dell'ovvietà che evidenzia quanta ignoranza domini spesso sovrana sui contenuti religiosi”.
Sugli stessi crinali si muoverà anche il secondo appuntamento, in cui la questione di Dio torna ad essere tematizzata in riferimento a Gesù di Nazaret e al suo attualissimo messaggio. Tra i relatori vi sono i cardinali Bagnasco e Scola, Ruini e Ravasi, teologi di fama ma anche esperti d’arte, letteratura, cinema e fotografia. Voci dal mondo ebraico e dalle frontiere della solidarietà, giornalisti e cantanti. Basta scorrere i titoli delle diverse sessioni per cogliere lo sviluppo del percorso: Accadde a Dio in Palestina, Ha unito a sé ogni cosa, Noi predichiamo Cristo crocifisso, Il Risorto signore della storia. Numerose le presenze straniere, tra cui l’esegeta Klaus Berger, il rabbino David Rosen, i filosofi Jean-Luc Marion e Henning Ottmann, il vescovo anglicano Nicholas Thomas Wright. Novità di questa seconda edizione è l’inserimento di due testimonianze: quella del cardinale Joseph Zen, arcivescovo emerito di Hong Kong, e del giordano Majdi Dayyat, direttore del Centro “Our Lady of Peace” di Amman.
La domanda che il Rabbi di Nazaret pose duemila anni fa ai suoi discepoli - “Voi chi dite che io sia?” - risuona anche oggi nei diversi angoli del mondo e della cultura non meno provocante e ineludibile di allora. Concludendo la prima parte del suo “Gesù di Nazaret”, Benedetto XVI riconosce che “l’uomo, in fondo, ha bisogno di un’unica cosa che contiene tutto. Ha bisogno di Dio. Così possiamo ora vedere che dietro tutte le espressioni figurate c’è in ultima istanza questo: Gesù ci dà la «vita» perché ci dà Dio. ce lo può dare perché è Egli stesso una cosa sola con Dio. Perché è il Figlio. Egli stesso è il dono – Egli è la vita”. 

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