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 Progetto Culturale - Punto di vista - In principio... 

N° 6 - 29 Marzo 2011

In principio…

di Giovanni Naccarella

Per capire la questione

Scienza e fede in dialogo sulle origini
In occasione delle celebrazioni per i novant'anni dell’Università Cattolica, il Centro Pastorale di Milano, in collaborazione con la Cei, ha organizzato il convegno dal titolo "In principio. Origine e inizio dell'universo". Già preceduto dalla mostra artistica nei chiostri, l'evento ha inteso concentrarsi sulle domande esistenziali dell'uomo di fronte all'universo di cui fa parte, e in particolare rispetto alla sua nascita. Durante le tre sessioni del convegno, ci si è interrogati sulla creazione, sulla responsabilità propria dell'uomo di fronte ad essa, e sulla possibilità di dialogo tra fede, filosofia e scienza nell'interpretazione del cosmo.
Al centro delle varie relazioni è stata posta innanzitutto la necessità di recuperare una concezione autentica della natura. Il libro della creazione, come opera di Dio, parla all'uomo attraverso la sua razionalità intrinseca e si fa portatore degli autentici valori che aprono alla realizzazione dell'umanità e dell'universo. Infatti, come ricordava monsignor Mariano Crociata, una natura depotenziata si riduce a puro oggetto e si apre alle manipolazioni strumentali. Questo impoverimento priva anche l'uomo della sua storicità costitutiva, data dal rapporto col Creatore: la storia diventa soltanto un agglomerato di decisioni arbitrarie che non promuove ciò che è propriamente umano.
Altrettanto decisivo è pertanto ricordare che fa parte della creazione anche l'uomo. Il suo è un ruolo centrale perché può essere determinante nel ricondurre tutto il cosmo a Dio, e così portarlo a compimento in Lui. L'essere umano, che è nel mondo ma non è del mondo, condivide con Dio la responsabilità della creazione come capolavoro in fieri: chiaramente non tutto è in suo potere, ma unendosi alla volontà divina, espressa dalla parola creatrice, è in grado di generare e rinnovare ogni cosa. Solo a partire da questo riferimento della natura a Dio si apre per l'uomo la possibilità di studiare scientificamente il mondo: mantenendo la ragione nella sua ampiezza costitutiva non si scade nel riduzionismo naturalista.
Nel rapporto tra fede e ragione, centro delle riflessioni di Benedetto XVI, occorre evitare qualsiasi contrapposizione o languida giustapposizione, perché tra di esse c'è una continuità di principi molto più profonda della discontinuità di ambiti. La Rivelazione, come Incarnazione del Mistero presente, si pone in continuità con la Creazione e non fa che decifrarne gli orientamenti fondamentali: per questo non teme il confronto con la scienza ma continua a dialogare con essa.
di Giovanni Naccarella

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