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 Progetto Culturale - Punto di vista - La via della bellezza 

N° 11 -  21 Giugno 2011

La via della bellezza

Don Alessandro Andreini

 

Per capire la questione

«Il patrimonio di storia e arte che Roma custodisce è una via ulteriore per avvicinare le persone alla fede. Invito tutti a fare tesoro nella catechesi di questa “via della bellezza” che conduce a Colui che è, secondo sant’Agostino, la Bellezza tanto antica e sempre nuova».  Con questa indicazione offerta a conclusione del discorso alla diocesi di Roma di lunedì 13 giugno, papa Benedetto XVI è tornato a porre l’attenzione su un tema che sfida con urgenza le Chiese che sono in Europa, e particolarmente la Chiesa italiana.
In effetti, in un contesto di sempre più diffusa scristianizzazione, il nostro patrimonio storico e artistico costituisce, di per sé, un forte richiamo alla visione cristiana del mondo e attende di essere sempre meglio integrato con la pratica della nostra vita cristiana. Dalla cura con cui lo si custodisce e se ne illustra il significato, al farne parte viva delle nostre liturgie, al suo sapiente e opportuno utilizzo, appunto, nell’ambito della catechesi e dell’educazione alla fede: attenzioni che non devono fermarsi ai grandi capolavori, ma che possono aiutarci a scoprire il valore anche delle opere “minori” disseminate nelle nostre parrocchie.
Così come papa Benedetto l’ha posta, per altro, la questione appare perfino più radicale, dal momento che si riferisce allo statuto stesso della bellezza, che, per la rivelazione ebraico-cristiana, è luogo privilegiato della comunicazione di Dio verso l’uomo.
Di quale bellezza parliamo, in effetti, in un mondo che ne va facendo, sempre più, un idolo e una mistificazione? Che cosa intendiamo esattamente per via della bellezza? Ci aiuta, in questo, la parola di Dio. La quale, dalla Genesi fino alla pagina del Pastore buono e bello, intende la bellezza come rivelazione del suo amore e della sua creatività in favore della vita. Bellezza come scelta morale, dunque, come presa di posizione a favore della vita e del suo fiorire. Bello, insomma, è ciò che edifica la vita, la custodisce e la alimenta, sempre e nonostante tutto: Dio è bello perché dà la vita per la vita dell’uomo!
Così, percorrere la via della bellezza è tutt’altro che correre dietro a vuoti e spesso insidiosi estetismi: significa schierarsi a favore dell’uomo e di tutto l’uomo, e farlo con la sapienza della Croce che è, dopo tutto, la sola bellezza vera e credibile: quella che è disposta a pagare per convertire il cuore dell’uomo dalla distruttività alla creatività, dall’egoismo al dono e allo slancio dell’amore.
 
Don Alessandro Andreini
Comunità di San Leolino
 

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