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 Collaborazioni - Videro e credettero. La gioia e la bellezza di essere cristiani 

Videro e credettero. La gioia e la bellezza di essere cristiani   versione testuale

Una mostra itinerante come strumento di catechesi e di missione per arrivare a tutti

 «In un tempo nel quale Dio è diventato per molti il grande Sconosciuto e Gesù semplicemente un grande personaggio del passato» occorre «un rinnovato impulso, che punti a ciò che è essenziale della fede e della vita cristiana» (Benedetto XVI, Discorso all’assemblea generale della CEI, 24 maggio 2012).
«Desideriamo che questo Anno susciti in ogni credente l’aspirazione a confessare la fede in pienezza e con rinnovata convinzione, con fiducia e speranza» (Benedetto XVI, Porta fidei, n. 9).
 
Queste due finalità, la riscoperta e la testimonianza della fede, costituiscono lo scopo della mostra itinerante Videro e credettero. La bellezza e la gioia di essere cristiani ideata e prodotta da Itaca col patrocinio del Pontificio Consiglio per la Promozione della nuova evangelizzazione, dell’Ufficio Nazionale per le comunicazioni sociali della CEI e del Progetto Culturale promosso dalla Chiesa italiana.
La mostra Sulla via di Damasco. L’inizio di una vita nuova, realizzata per l'Anno paolino da Itaca su proposta e in collaborazione con il Servizio Nazionale per il Progetto Culturale, allestita in circa 70 diocesi, ha messo in evidenza come tale strumento costituisca una modalità molto efficace per una diffusa ”alfabetizzazione” sui temi centrali della fede e della vita cristiana attraverso la via pulchritudinis che, come scrive S.E. Mons. Fisichella nella prefazione al catalogo, "rappresenta un percorso, probabilmente privilegiato per questi nostri contemporanei che, pur essendosi allontanati dalla fede, possono ritrovare la nostalgia di Dio attraverso la contemplazione della bellezza che parla di Lui".
 
Il percorso è suddiviso in cinque sezioni, dal contesto in cui viviamo – un mondo dopo Gesù senza Gesù – che però non riesce a spegnere il desiderio di Dio, insopprimibile nel cuore dell’uomo, l’antefatto al fatto di Cristo: un uomo che ha posto sé come risposta adeguata al nostro essere fatti per l’Infinito, provocando la ragione e la libertà delle persone che possono aprirsi alla convenienza di un riconoscimento e di un seguire oppure rimanere attaccate ai propri preconcetti.
Un fatto contemporaneo a noi perché Cristo è risorto e innesta la sua vittoria sul male e sulla morte nella nostra vita per cui “non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
L’adesione amorosa a Gesù – quello che abbiamo di più caro – è il culmine della mostra che si chiude con un invito: “La porta della fede è sempre aperta per chiunque” (Benedetto XVI).
 
La mostra è disponibile per diocesi e parrocchie, per allestimenti capillari, città per città, quartiere per quartiere, perché l'annuncio della fede possa arrivare a tutti.
 
Per ulteriori informazioni: www.itacaeventi.it/anno-fede