Visto dalla finestra di una delle nostre parrocchie, il Forum del progetto culturale potrebbe sembrare soltanto la riunione di una qualificata platea di intellettuali che periodicamente si scambiano dotte riflessioni sui massimi sistemi. Se il tema, poi, è quello dei processi globali della mondializzazione, coi loro risvolti economici e politici, sociali e culturali, ci vuol poco che l’evento venga percepito molto lontano dal vissuto pastorale di tutti i giorni.
È vero: il Forum non si prefigge immediate ricadute sulla vita parrocchiale, eppure, anche solo spulciando i testi principali dell’incontro, pubblicati sul sito www.progettoculturale.it, non sono poche le prospettive e le idee di cui un animatore della cultura e della comunicazione può far tesoro, rilanciandole nella sua comunità. Dalle frequenti citazioni evocate, ad esempio, si ricava l’invito a riprendere in mano alcuni documenti del Magistero, per farne uno studio approfondito e un’adeguata diffusione: in particolare la “Caritas in Veritate” di Benedetto XVI – che ha pagine molto efficaci sulla globalizzazione – e la dichiarazione del Concilio Vaticano II sulla libertà religiosa, “Dignitatis Humanae”.
L’attenzione ai territori locali, valorizzandone la storia e i valori, è stata continuamente evocata durante i lavori, non in chiave di contrapposizione a dinamiche ben più ampie, ma per esserne coscienza critica, capace di non allinearsi a categorie culturali “che ormai sembrano essere diventate dogmi” (card. Bagnasco). Non è questa anche la vocazione degli animatori parrocchiali, autentici educatori del pensiero e dell’intelligenza? Un invito a nozze è, per loro, anche la conclusione del Forum proposta dal cardinale Ruini. “Sembra che l’anima valoriale della mondializzazione sia la comunicazione”, ha spiegato. È lo sviluppo della tecnica che l’ha posta al centro di tutti i processi. E la tecnologia è più di un semplice mezzo. È assai prezioso, dunque, nella comunità ecclesiale, chi si prende cura della comunicazione, a tutti i livelli: della sua qualità umana, di come tratta le persone e i loro orizzonti di “vita buona”.
Ci sarebbero molti altri temi da raccogliere dal Forum per iniziative culturali nelle parrocchie: il dilagante “mercato del corpo”, nel quadro di una questione antropologica sempre più globale, il turismo e gli scambi internazionali, i fenomeni migratori, l’ecumenismo. Il cattolicesimo – è stato detto – con la sua visione salvifica universale ed escatologica, appare come la proposta che meglio può interpretare il tempo della mondializzazione, coniugando identità, verità e amore. Una sfida possibile nella rete globale quanto più si realizza nei piccoli nodi che la tengono unita.