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 Il Teatro e l'esperienza del Sacro - Area stampa - News - Il teatro nasce da una domanda 

Il teatro nasce da una domanda   versione testuale

Mons. Domenico Pompili








Teatro e sacro sono uniti da un legame profondo, indissolubile, che si perde nelle pieghe del tempo. Il teatro – come altre forme d’arte - è nato dal desiderio dell’uomo di rapportarsi con la divinità, con la trascendenza, con lo spirito. Il teatro occidentale, che discende da quello dell’antica Grecia, secondo molte teorie affonda le sue radici nel culto di Dioniso.
 C’è uno stretto rapporto, quindi, con la dimensione rituale. L'autonomia del teatro dal rito è una conquista progressiva: in origine, l'attore e il sacerdote si confondono. Il teatro nasce nel momento in cui l’uomo rappresenta se stesso (con maschere, trucchi, attori), prendendo coscienza della propria esistenza, sollevando domande di senso sul suo essere, la sua vita, l’oltre sé. Al calore dell’incontro, alla forza dei pensieri, alla bellezza delle parole, all’energia dei silenzi è affidata la capacità di comunicare la Verità. Tutto nel teatro rivela altro, attraverso quell’alternanza di silenzio e parola che è il segreto di ogni comunicazione, anche di quella artistica, come ci suggerisce Benedetto XVI nel suo Messaggio per la 46ª Giornata Mondiale delle comunicazioni sociali. Una relazione che non è contraddittoria giacché il silenzio non è il contrario della parola, ma semmai ne è l’altra faccia.
 
Ritrovare questa percezione di un rapporto integrato ed inclusivo, fuggendo dal rumore di fondo e dal chiasso è una delle ragioni che spinge ancora oggi la Chiesa a farsi, come nel passato, mecenate di artisti e di opere che vanno nella direzione di una esperienza umanizzante che apre finestre più che offrire ricette, a partire dal concreto. Il drammaturgo Hugo Von Hofmannsthal poneva la domanda: “dov’è nascosta la profondità?” E si rispondeva: “la risposta è in superficie”. Può sembrare paradossale, ma con ciò si vuole intendere che la verità è presentata sotto gli occhi di chi guarda (nel testo, nella scrittura, nel personaggio, nelle espressioni del volto, nel tono della voce) occorre saperla leggere e interpretare. Proprio come le espressioni di un volto, le rughe di un uomo rivelano una storia, così dalla superficie già si vede la profondità.
 
Mons. Domenico Pompili
 
ultimo aggiornamento 15/10/2015