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Bagnasco: "Per invertire la rotta serve impegno"   versione testuale

Il Presidente della CEI alla presentazione genovese del Rapporto-proposta








Bagnasco: «Per invertire la rotta serve impegno. E il riconoscimento del valore della famiglia»
 
«Il calo demografico non è solo un inverno ma un suicidio ». L’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, non ha usato mezze parole nell’intervento al convegno che si è svolto ieri sera su Il Cambiamento demografico. Rapporto proposta sul futuro dell’Italia .
 
Per invertire questa tendenza al suicidio, ha spiegato, servono il lavoro «non fisso ma stabile» e «una società accogliente ed educante». Bagnasco ha poi parlato della necessità di «un fisco a misura della famiglia » e dell’importanza del «riconoscimento del valore della famiglia» che non può vivere solo di assistenza.
 
Per superare il problema della denatalità «dobbiamo lavorare sulla cultura e sui valori fondamentali» perché anche nei Paesi europei «dove ci sono buone politiche familiari, benché assolutamente doverose, non c’è stato automaticamente un aumento demografico».
 
La strada non è altra che questa. Altre strade, come «l’ectogenesi, l’utero artificiale», sono «una prospettiva terribile». L’utero artificiale con cui «si può combinare di tutto e ognuno può essere autonomo anche nel concepire un figlio e nel farlo – ha proseguito – è terribile, perché è dentro la cultura individualista».
 
«Dobbiamo tornare a riconoscere il valore sociale e pubblico ai bambini perché i figli non sono solo una scelta della coppia» ha spiegato Dino Boffo, direttore di Tv2000 e membro del Comitato per il progetto culturale della Cei. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Graziano Delrio, presidente nazionale dell’Anci e sindaco di Reggio Emilia. «Il figlio – ha affermato – non è un patrimonio solo dei genitori ma della comunità perché un domani pagherà le pensioni con i suoi contributi o potrebbe creare posti di lavoro se diventasse un imprenditore ».
 
«In Italia – ha aggiunto Delrio – si è discusso molto di diritti individuali ma si è discusso sempre molto poco dei diritti delle comunità, come la famiglia, e pensare al diritto comunitario della famiglia vuol dire pensare che la famiglia possa avere un progetto di vita di sviluppo di organizzazione».
 
Pierluigi Vinai, presidente di Iter Agentes, l’associazione che ha organizzato il convegno, ha illustrato alcuni dati relativi alla Liguria dai quali è emerso che la regione «ha il record negativo per il più basso numero di componenti per nucleo familiare » e che «la Liguria ha avuto nel 2010 una perdita di 10mila abitanti, nonostante l’apporto degli immigrati».
 
La regione, inoltre, ha proseguito Vinai, «vince la classifica delle interruzioni gravidanza per le ragazze tra i 15 ed i 17 anni». A fronte di un dato italiano di aborti attestato al 4,4 per mille, in Liguria il dato si assesta al 7,7 per mille.
 
La famiglia non va vista come sacrificio, ha detto ancora Bagnasco: «Dobbiamo pensare all’arricchimento » che porta con sé e al «gusto di una libertà, di una felicità più grande». Il moderatore dell’incontro, Francesco Riccardi, caporedattore di Avvenire, ha ricordato che la popolazione italiana «cresce, ma solo grazie all’immigrazione adulta», e che «il 18% del totale dei figli nasce da genitori stranieri».
 
Il futuro dell’Italia però, ha detto ancora il cardinale Bagnasco, non può essere affidato in toto agli immigrati perché «fanno presto anche loro ad assorbire una certa mentalità, una certa scala di valori o determinate aspettative». Tuttavia quella di coloro che arrivano da altri Paesi, ha concluso Bagnasco, «è una presenza notevole: dal punto di vista valoriale e anche religioso hanno sicuramente qualcosa da dirci».
 
Adriano Torti - Avvenire, 2 febbraio 2012
 
ultimo aggiornamento 15/10/2015