Mobiltazione, consapevolezza dell’importanza di esserci, e soprattutto tanta attesa per le parole del Papa. Il mondo della scuola sta contando i giorni che ancora ci dividono dall’appuntamento in piazza San Pietro, sabato prossimo. Grande fermento e macchina organizzativa a pieno regime. E anche il mondo della scuola cattolica, attraverso tutte le sue associazioni si prepara all’incontro.
«Saremo in piazza anche con oltre 15mila bambini della nostre materne» fa sapere Luigi Morgano, segretario nazionale della Federazione delle scuole materne di ispirazione cristiana ( Fism). «Chi come noi ha fatto la scelta dell’educazione non può non essere presente in piazza San Pietro, anche per difendere un patrimonio che è indispensabile a questo Paese, visto che ci sono un centinaio di nostri istituti che sono sorti ancora prima dell’Unità d’Italia». Concorda sull’aspetto «strategico per il Paese» il presidente nazionale della Federazione degli istituti di attività educative ( Fidae ) don Francesco Macrì. «Questo cammino ha riportato al centro la scuola, che finora è stata trascurata nonostante proclami e riforme, che non hanno avuto sostegni per diventare reali». Il cammino fatto finora in preparazione alla manifestazione di sabato «è almeno servito per dare più consapevolezza al tema della scuola e dell’educazione, come priorità assoluta per l’Italia».
Insomma un’occasione «per scaldare il cuore di chi lavora nel campo della scuola, statale e paritaria» commenta Giovanni De Marchi presidente nazionale dell’Associazione famiglia e scuola ( Faes). «Uno scaldare che serve a un mondo che fa tanta fatica e ha poche soddisfazioni pubbliche, a cominciare dagli insegnanti. Penso in particolare a quelli delle paritarie. L’incontro con il Papa ci auguriamo ridia slancio ai docenti, agli studenti e alle famiglie. Vedersi incoraggiati dal Papa sarà davvero importante».
Di «gratitudine al Papa per questa chiamata» parla Marco Masi, presidente nazionale della Cdo- Federazione opere educative ( Cdo-Foe). «C’è grande aspettativa per quello che ci dirà e un entusiasmo enorme per questo incontro». E vi è anche soddisfazione per «il cammino svolto in questi mesi e per l’attenzione posta sulla scuola. Contento – aggiunge – perché si è parlato di tutta la scuola, senza distinzioni. Si è lavorato perché l’educazione diventi il tema centrale del Paese. E il cammino deve continuare e non potrà prescindere certo da ciò che il Papa ci dirà».
«La nostra presenza – spiegano all’unisono Flavio Venturi presidente nazionale della Confederazione dei centri di formazione professionale cattolici ( Confap) e Paola Vacchina presidente nazionale della federazione degli enti di formazione professionale ( Forma ) – sarà l’occasione per dare voce a quegli operatori ed educatori che spendono competenze e vita professionale al fianco dei ragazzi che hanno meno opportunità. Un lavoro che spesso aiuta questi ragazzi a ritrovare fiducia e motivazioni. Un compito che svolgiamo come educatori e come cristiani». Positivo il giudizio sul cammino compiuto, ma «siamo già proiettati verso altri appuntamenti che vogliono porsi in continuità con quanto fatto finora, come ad esempio il convegno di Salerno (24-26 ottobre) in cui si parlerà di precarietà e speranza».