Compie vent’anni “Progetto Gemma”, forma di adozione prenatale a distanza per mamme in difficoltà tentate di non accogliere il proprio bambino, gestita dalla Fondazione Vita nova onlus, opera del Movimento per la vita. Per l’anniversario, domenica 30 marzo a Milano, il cardinale Angelo Scola ha inaugurato la nuova sede della Fondazione Vita Nova e si è tenuto un momento di testimonianza e dibattito presso la parrocchia di Ognissanti.
Dal 1994 ad oggi, grazie al Progetto, sono nati 20 mila bambini; 1.400 le richieste di aiuto che arrivano mediamente ogni anno. “Mentre fino a due anni fa - osserva la Fondazione - si riusciva a rispondere a più del 90% delle reali necessità che si presentavano, dall’inizio della crisi, purtroppo, si è riscontrata una forte riduzione degli aiuti (oltre il 40% in meno). Nel 2013 sono state realizzate 800 adozioni, ma ad oggi rimangono non corrisposte, per mancanza di fondi, più di 250 richieste”.
“Progetto Gemma - afferma Gianni Vezzani, presidente di Fondazione Vita Nova - è un’evidente esperienza di sussidiarietà che testimonia concretamente quanto e come nel nostro Paese sia possibile affermare il diritto a non abortire”. Le mamme che vi si rivolgono - prosegue - “sono persone che troppo spesso vengono lasciate sole dalle Istituzioni e dallo Stato, oltre che dalla rete parentale e amicale, e che vengono simbolicamente adottate da nuove famiglie”.
Fondazione Vita Nova raccoglie le domande di aiuto che arrivano dai Centri di Aiuto alla Vita sparsi in tutta Italia e provvede all’abbinamento tra adottante e adottato. L’adottante (se si tratta di un gruppo: il responsabile del gruppo) riceve da Fondazione Vita Nova tutte le informazioni necessarie per avviare le pratiche di adozione e invia sul conto corrente postale o bancario del CAV indicato l’importo del progetto (suddiviso in rate concordate).
Il CAV incaricato della gestione del progetto informa costantemente gli adottanti circa l’evolversi della gravidanza, la nascita, la crescita del bambino. Di esso viene comunicato il nome, la data di nascita e, se la mamma lo consente, viene inviata una fotografia agli adottanti. Le somme erogate dagli adottanti vengono integralmente versate alla mamma “adottata”, direttamente o in generi o servizi di pari importo a seconda dei bisogni e delle esigenze reali.