Un nuovo tributo di sangue, un’altra vita spezzata in terra di missione. Brescia, da sempre protagonista nell’impegno gratuito oltre confine, piange una nuova vittima. Un’intera comunità si è stretta attorno ai familiari per la scomparsa di Afra Martinelli, 78 anni, missionaria laica originaria di Ciliverghe, da trentadue anni impegnata in Nigeria: massacrata a colpi di machete alla testa, è morta dopo oltre dieci giorni di agonia. Il suo fisico non ha retto alle gravi ferite riportate nel corso di una rapina – nella notte del 26 settembre scorso – nella sua abitazione a Oguashi-Ukwu, a circa 400 chilometri da Lagos nel Paese africano; il decesso risalirebbe a tre giorni fa. I collaboratori del 'Centro Regina mundi', fondato dalla donna, l’avevano trovata la mattina seguente all’aggressione riversa in una pozza di sangue e con una vistosa ferita alla nuca. La missionaria era ancora viva, ma le sue condizioni erano apparse da subito gravissime.
Dalla Nigeria la notizia della drammatica vicenda è rimbalzata nel Bresciano fino a Botticino, altro comune alle porte di Brescia, dove vive Enrico Martinelli, uno dei fratelli della vittima. «Volevano attribuirle la cittadinanza onoraria ma lei era contraria, diceva di non aver fatto nulla – ha raccontato all’agenzia Misna. – Da quando era stata chiamata nel Paese africano dal vescovo di Ibadan, Afra continuava a ottenere riconoscimenti», ha aggiunto. Negli anni il suo centro si era ampliato, fino a diventare un punto di riferimento essenziale per i giovani e gli studenti del posto che avevano bisogno di internet. Negli ultimi tempi erano anche aumentati i collaboratori, diciotto. «Difficile stabilire se sia stata la maggiore visibilità del centro ad attirare i rapinatori', ha spiegato ancora il fratello della missionaria uccisa. Di certo, la notte del 26 settembre un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella casa di Afra: l’hanno colpita, sottratto le chiavi del centro e portato via computer e denaro. La missionaria aveva già subito un tentativo di rapina: un giovane l’aveva avvicinata in strada, intimandole di consegnarle le chiavi della macchina. Lei si era difesa e il ragazzo si era allontanato. «Non aveva paura – ha detto Enrico Martinelli –ma solo tanta voglia di condividere» con i cristiani, che nel Delta del Niger sono maggioranza, con gli animisti e i fedeli di altre religioni tradizionali.
Profondamente legata alla Nigeria – in Italia era tornata poche volte – resterà per sempre in terra di missione: inizialmente la famiglia aveva pensato di seppellirla in Italia, ma quasi sicuramente Afra Martinelli riposerà in Africa. La scia di sangue nei confronti dei cristiani nel mondo è lunga. Nel solo 2012 si stima che ne siano stati uccisi 105 mila, come emerso dai dati resi noti dal sociologo Massimo Introvigne, coordinatore dell’Osservatorio della libertà religiosa in Italia.