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 Progetto Culturale - Punto di vista - Una vita per gli ultimi 

n° 112 - 15 ottobre 2013

Una vita per gli ultimi

 

Per capire la questione

Un nuovo tributo di sangue, un’altra vita spezzata in terra di missione. Brescia, da sempre protagonista nell’impegno gratuito ol­tre confine, piange una nuova vittima. Un’intera comunità si è stretta attor­no ai familiari per la scomparsa di A­fra Martinelli, 78 anni, missionaria lai­ca originaria di Ciliverghe, da trentadue anni impegna­ta in Nigeria: massacrata a colpi di ma­chete alla testa, è morta dopo oltre die­ci giorni di agonia. Il suo fisico non ha retto alle gravi ferite riportate nel cor­so di una rapina – nella notte del 26 settembre scorso – nella sua abitazio­ne a Oguashi-Ukwu, a circa 400 chilo­metri da Lagos nel Paese africano; il decesso risalirebbe a tre giorni fa. I col­laboratori del 'Centro Regina mundi', fondato dalla donna, l’avevano trova­ta la mattina seguente all’aggressione riversa in una pozza di sangue e con una vistosa ferita alla nuca. La mis­sionaria era ancora viva, ma le sue condizioni erano apparse da subito gravissime.
Dalla Nigeria la notizia della dram­matica vicenda è rimbalzata nel Bre­sciano fino a Botticino, altro comune alle porte di Brescia, dove vive Enrico Martinelli, uno dei fratelli della vitti­ma. «Volevano attribuirle la cittadi­nanza onoraria ma lei era contraria, diceva di non aver fatto nulla – ha rac­contato all’agenzia Misna. – Da quan­do era stata chiamata nel Paese afri­cano dal vescovo di Ibadan, Afra con­tinuava a ottenere riconoscimenti», ha aggiunto. Negli anni il suo centro si era ampliato, fino a diventare un punto di riferimento essenziale per i giovani e gli studenti del posto che a­vevano bisogno di internet. Negli ulti­mi tempi erano anche aumentati i col­laboratori, diciotto. «Difficile stabilire se sia stata la maggiore visibilità del centro ad attirare i rapinatori', ha spie­gato ancora il fratello della missiona­ria uccisa. Di certo, la notte del 26 set­tembre un gruppo di uomini armati ha fatto irruzione nella casa di Afra: l’han­no colpita, sottratto le chiavi del cen­tro e portato via computer e denaro. La missionaria aveva già subito un ten­tativo di rapina: un giovane l’aveva av­vicinata in strada, intimandole di con­segnarle le chiavi della macchina. Lei si era difesa e il ragazzo si era allon­tanato. «Non aveva paura – ha detto Enrico Martinelli  –ma solo tanta vo­glia di condividere» con i cristiani, che nel Delta del Niger sono mag­gioranza, con gli animisti e i fedeli di altre religioni tradizionali.
Profondamente legata alla Ni­geria – in Italia era tornata po­che volte – resterà per sempre in terra di missione: inizial­mente la famiglia aveva pen­sato di seppellirla in Italia, ma quasi sicuramente Afra Mar­tinelli riposerà in Africa. La scia di sangue nei con­fronti dei cristiani nel mondo è lunga. Nel solo 2012 si stima che ne siano sta­ti uccisi 105 mila, come emerso dai da­ti resi noti dal sociologo Massimo In­trovigne, coordinatore dell’Osservato­rio della libertà religiosa in Italia.
Carlo Guerrini, Avvenire, 12 ottobre 2013

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