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 Progetto Culturale - Punto di vista - Un paese sempre pi? vecchio 

n° 72-20 novembre 2012

 

Un Paese sempre più vecchio

Nicoletta Martinelli 

Per capire la questione

Nascono sempre meno bambini e questa volta nemmeno i figli degli immigrati sembrano risollevare le sorti demografiche del nostro Paese perché anche se il saldo è sempre in attivo i nati cominciano a essere più pochi: l’anno scorso sono stati 79mila, pari al 14,5% del totale. Mentre è aumentato, anche se il dato finale rimane stabile, il peso relativo dei bambini di genitori non coniugati. Quanto alle cause della denatalità la congiuntura economica sfavorevole potrebbe aver inciso, ma «non è tuttavia possibile stabilire un legame di causa-effetto» perché «il periodo di osservazione (2009-2011) è ancora troppo breve». Ma a preoccupare è proprio la «diminuzione della fecondità delle straniere» che in tre anni è sce­sa da 2,31 figli per donna a 2,04, valore che supera comunque di molto quello delle italiane passato da 1,32 a 1,3. Sale invece l’età media delle madri che è di 32 per queste ultime e di 28,3 per le immigrate che porta a un valore nazionale di 31,4 anni a fronte dei 29,8 registrati nel 1995. E se ormai un bambino su cento ha una mamma over40, all’opposto diminuiscono le maternità sotto i 25 anni pari all’8,2%. Restano comunque le rumene, le donne straniere con più figli, seguite da marocchine e albanesi.
A delineare il preoccupante quadro 2011 su Natalità e fecondità della popolazione residente è l’annuale rapporto dell’Istat che ha contato 546.607 nuovi iscritti all’anagrafe per nascita, circa 15mila in meno rispetto al 2010 che diventano il doppio se confrontati con quelli del 2008, punto massimo di crescita raggiunto. Un’inversione di tendenza che è iniziata nel 2009 e non accenna a fermarsi, mostrando il volto di un Paese che diventa sempre più vecchio. Il calo delle nascite viene imputato alla graduale uscita «dall’esperienza riproduttiva» delle cosiddette « baby-boomers, ovvero le generazioni di donne nate a metà degli anni Sessanta, molto più numerose delle generazioni più giovani che via via raggiungono le età feconde, convenzionalmente fissate tra i 13 e i 50 anni».
A tamponare la situazione erano state fino a poco tempo fa le cittadine straniere che però «negli ultimi anni» hanno iniziato a fare meno figli: se fino al 2010 i nati da almeno un genitore straniero aumentavano al ritmo di 5mila all’anno, nel 2011 sono diminuiti a causa dell’imprevisto calo di circa 2mila nati da coppie miste. Perciò, «a meno di una inversione di tendenza verso un deciso aumento della fecondità delle donne italiane, al momento difficile da immaginare, la diminuzione delle nascite è destinata ad accentuarsi».
Nicoletta Martinelli, Avvenire, 15 novembre 2012

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