Interventi del card. Nosiglia, Belardinelli e Magister
Fresco di stampa, il volume Gesù nostro contemporaneo è stato presentato al Salone internazionale del libro di Torino dal coordinatore degli eventi del Comitato per il progetto culturale della CEI, il professor Sergio Belardinelli, il giornalista Sandro Magister e larcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. In particolare, Nosiglia ha sottolineato il paradosso che più diminuisce la fede in tanti e il nome stesso di Gesù viene spesso disatteso e dimenticato, perfino nella pastorale e nella formazione dei credenti, più aumenti linteresse storico o comunque la ricerca sulla sua figura, oltre che sul suo insegnamento.
Resta dunque sempre attuale la domanda che egli stesso ha rivolto ai suoi discepoli a Cesarea di Filippo: ŦLa gente chi dice che io sia?ŧ. Le risposte alla domanda in tutti i secoli sono molteplici, tanto che spesso ognuno si è costruito quasi un Gesù a proprio uso e consumo. Ma Gesù a quellinterrogativo ne fa seguire un secondo, proprio di tipo personale: Voi chi dite che io sia? E qui il problema si fa serio - commenta larcivescovo - perché il verbo non è più al passato, ma al presente, e ognuno è interpellato nel suo cuore, nella sua intelligenza, nella sua vita.
La riposta di Pietro - che è poi la professione di fede della Chiesa di sempre - lo riconosce come il Figlio di Dio Vivente, il risorto, il Signore. Dunque non solo un personaggio storico del passato, ma attuale, contemporaneo, eterno presente come Dio. Questo libro - prosegue Nosiglia affonda la sua riflessione, il dialogo e confronto ricco e anche dialettico ma sempre documentato e direi vero e coinvolgente, sul Gesù contemporaneo. Lo fa sulla base delle fonti storiche dei Vangelo, della teologia e della cultura, della sapienza popolare, della ricerca anche laica sul problema, della scienza esegetica e storica, dellesperienza e testimonianza dei credenti, delle oneste riserve di chi non crede, della preghiera e della fede, dellideale umano e spirituale che Gesù rappresenta per la vita di ciascuno.
Un coro di voci tutte ricche di quella profondità spirituale, ragionevole, intellettuale e vitale che esprimono la posizione non solo dello studioso, ma anche della persona, qualsiasi essa sia ad intervenire. Non un discorso accademico, dunque, ma di vita, di personale e intenso - a volte sofferto - coinvolgimento di chi scrive. Si sente in queste pagine vibrare lanima della persona che si pronuncia sul problema, non solo le sue competenze o posizioni intellettuali o religiose - pure importanti -, di cui è portatrice. Per larcivescovo di Torino, questo è uno dei pregi più belli e interessanti del libro, perché permette al lettore di entrare anche lui dentro un vortice di pensiero e di vita che lo coinvolge, lo affascina, lo attrae, per cui non si sente più estraneo fruitore di opinioni altrui, ma parte in causa, condotto a dire la sua per rispondere alla domanda su Gesù contemporaneo.
Mettersi in ricerca o non dare per scontata anche la risposta della fede - conclude - è saggezza che va rinnovata in ogni cristiano e uomo onesto culturalmente che vogliano affrontare il problema.