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La dissacrazione è una sorta di difesa dal sacro, un tentativo di distruggerne le pretese. Davanti alle cose sacre le nostre vite vengono giudicate; e per sfuggire a quel giudizio, noi distruggiamo la cosa che sembra accusarci. E siccome la bellezza ci ricorda del sacro, e anzi di una forma speciale di esso, anche la bellezza deve venire dissacrata. Ne è convinto il filosofo Roger Scruton che questa mattina è intervenuto alla seconda sessione dellevento internazionale Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto con una relazione sulla bellezza e il sacro. Se si guarda alle bruttezze coltivate nel nostro mondo attuale - ha detto - si scopre che molte di esse includono la dissacrazione della forma umana mostrata dall‘uomo che viene sopraffatto da forze esterne, dallo spirito umano presentato come eclissato e inefficace, nonché dal corpo umano considerato come mero oggetto fra oggetti piuttosto che come soggetto libero, vincolato dalla legge morale. Ed è su queste cose, ha osservato Scruton, che l‘arte del nostro tempo sembra concentrarsi, offrendoci non solo la pornografia di carattere sessuale, ma anche una pornografia di violenza in cui l‘essere umano è ridotto a grumo di carne sofferente, reso miserabile, impotente e disgustoso. Ed è esattamente in questa epoca di abbondanza materiale, di libertà sessuale e di regno della bramosia che questa vendetta contro la forma umana è prevalente. Secondo Scruton, questa dissacrazione ostinata è quindi una negazione dell‘amore: un tentativo di rifare il mondo come se l‘amore non ne facesse più parte. E questa, ha sottolineato, è la caratteristica più importante della cultura postmoderna: che è una cultura senza amore, decisa a ritrarre il mondo umano come non amabile. Non come un dono, ma come un fatto. Di fronte a tutto ciò occorre, per Scruton, ritornare a percorrere la via positiva della bellezza. Non vi è ancora ragione - ha rilevato - per pensare di doverlo abbandonare. Perché, allora, così tanti artisti si rifiutano oggi di camminare lungo quel sentiero? Forse perché sanno - ha concluso - che esso conduce a Dio. Leggi l‘intervento integrale |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 11-DIC-09
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