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Benedetto XVI: ”Solo Dio può salvare l’uomo dai suoi limiti”

 Di seguito, ampi stralci dell’omelia pronunciata domenica scorsa durante la Messa celebrata ac­canto all’aeroporto Turany di Brno.
Cari amici, per il carattere che riveste l’odier­na Assemblea liturgica, ho condiviso vo­lentieri la scelta, a cui ha accennato il vostro Vescovo, di intonare le letture bibliche della San­ta Messa al tema della speranza: l’ho condivisa pensando sia al popolo di questo caro Paese, sia all’Europa e all’umanità intera, che è assetata di qualcosa su cui poggiare saldamente il proprio av­venire. Nella mia seconda enciclica - la Spe salvi - , ho sottolineato che l’unica speranza «certa» e «af­fidabile » si fonda su Dio. L’esperienza della storia mostra a quali assurdità giunge l’uomo quando e­sclude Dio dall’orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni, e come non è facile costruire una so­cietà ispirata ai valori del bene, della giustizia e della fraternità, perché l’essere umano è libero e la sua libertà permane fragile. La libertà va allora costantemente riconquistata per il bene e la non facile ricerca dei «retti ordinamenti per le cose u­mane » è un compito che appartiene a tutte le ge­nerazioni. Ecco perché, cari amici, noi siamo qui prima di tutto in ascolto, in ascolto di una parola che ci indichi la strada che conduce alla speran­za; anzi, siamo in ascolto della Parola che sola può darci speranza solida, perché è Parola di Dio.
  (...) Gesù si rivolge con amore a voi, figli e figlie di questa terra bene­detta, nella quale è stato sparso da ol­tre un millennio il seme del Vangelo. Il vostro Paese, come altre nazioni, sta vi­vendo una condi­zione culturale che rappresenta spesso una sfida radicale per la fede e, quin­di, anche per la spe­ranza.
  In effetti, sia la fede che la speranza, nell’e­poca moderna, hanno subito come uno «sposta­mento », perché sono state relegate sul piano pri­vato e ultraterreno, mentre nella vita concreta e pubblica si è affermata la fiducia nel progresso scientifico ed economico (cfr Spe salvi, 17). Cono­sciamo tutti che questo progresso è ambiguo: a­pre possibilità di bene insieme a prospettive ne­gative. Gli sviluppi tecnici ed il miglioramento del­le strutture sociali sono importanti e certamente necessari, ma non bastano a garantire il benesse­re morale della società (cfr ibid ., 24). L’uomo ha bi­sogno di essere liberato dalle oppressioni mate­riali, ma deve essere salvato, e più profondamen­te, dai mali che affliggono lo spirito. E chi può sal­varlo se non Dio, che è Amore e ha rivelato il suo volto di Padre onnipotente e misericordioso in Ge­sù Cristo? (...) Qui, come altrove, nei secoli passati tanti han­no sofferto per mantenersi fedeli al Vangelo e non hanno perso la speranza; tanti si sono sacrificati per ridare dignità all’uomo e libertà ai popoli, tro­vando nell’adesione generosa a Cristo la forza per costruire una nuova umanità. E pure nell’attuale società, dove tante forme di povertà nascono dal­l’isolamento, dal non essere amati, dal rifiuto di Dio e da un’originaria tragica chiusura dell’uomo che pensa di poter bastare a se stesso, oppure di esse­re solo un fatto insignificante e passeggero; in que­sto nostro mondo che è alienato «quando si affi­da a progetti solo umani» (cfr Caritas in veritate, 53), solo Cristo può essere la nostra certa speran­za. Questo è l’annuncio che noi cristiani siamo chiamati a diffondere ogni giorno, con la nostra te­stimonianza.
  Annunciatelo voi, cari sacerdoti, restando intima­mente uniti a Gesù ed esercitando con entusia­smo il vostro ministero, certi che nulla può man­care a chi si fida di Lui. Testimoniate Cristo voi, ca­ri religiosi e religiose, con la gioiosa e coerente pra­tica dei consigli evangelici, indicando quale è la nostra vera patria: il Cielo. E voi, cari fedeli laici gio­vani ed adulti, voi, care famiglie, poggiate sulla fe­de in Cristo i vostri progetti familiari, di lavoro, della scuola, e le attività di ogni ambito della so­cietà. Gesù mai abbandona i suoi amici. Egli assi­cura il suo aiuto, perché nulla è possibile fare sen­za di Lui, ma, al tempo stesso, chiede ad ognuno di impegnarsi personalmente per diffondere il suo universale messaggio di amore e di pace.
 Benedetto XVI
 «La storia mostra a quali assurdità giunge l’uomo quando esclude Dio dall’orizzonte delle sue scelte e delle sue azioni» 

(da Avvenire del 29 settembre 2009)


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 09-OTT-09
 

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