Ha aperto i battenti a Brescia il 27 aprile la terza edizione del Festival della comunicazione. Si tratta di una settimana densa di iniziative, posta allimmediata vigilia della 42esima Giornata mondiale delle comunicazioni, che la Chiesa italiana celebra domenica 4 maggio sul tema I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. A promuovere levento, insieme alla diocesi lombarda, è la numerosa famiglia paolina. Prima di essere unimpresa tecnica, la costruzione di media, sempre più potenti e raffinati, è unimpresa antropologica, scrive il settimanale diocesano La Voce del Popolo in un editoriale a firma di Giacomo Canobbio, vicario episcopale per la cultura.
Tra gli appuntamenti del Festival si segnalano le testimonianze di Flavio Insinna e don Antonio Mazzi, allinterno della Mediafest del 1 maggio al PalaBrescia. Il Centro pastorale Paolo VI ospiterà, il 2 maggio, un confronto a più voci tra Francesco Casetti (Università Cattolica), Ferruccio De Bortoli (Il Sole 24 Ore), Adalberto Migliorati (Giornale di Brescia), Paolo Pardini (Tg3) e Alessandro Zaccuri (Sat 2000). Il giorno successivo, sabato 3 maggio, lo stesso Centro pastorale ospiterà lincontro degli animatori della cultura e della comunicazione della Lombardia.
Alla relazione di monsignor Luciano Monari, vescovo di Brescia, su Cercare la verità per condividerla, faranno seguito le voci di Adriano Bianchi, direttore del settimanale diocesano La Voce del Popolo, Antonio Sciortino, direttore di Famiglia Cristiana, Elia Zamboni, vice direttore de Il Sole 24 Ore, Pierluigi Ferrari (RaiTre), Francesco Ognibene (Avvenire), Ugo Sartorio (Messaggero di SantAntonio).
Allincontro del 3 maggio sono invitati anche i referenti del progetto culturale delle diocesi lombarde, che nel pomeriggio, alle ore 14,30, proseguiranno con un confronto sulle prospettive attuali di impegno a livello nazionale e locale. Forse mai come in questo tempo della comunicazione vorticosa - prosegue Canobbio - sta apparendo linsaziabilità dello spirito umano che rischia di non riconoscere lorientamento inscritto nella sua ricerca: percepisce solo il limite di ciň che trova, senza vedere in esso la traccia dellIllimitato.
Ne perde la ragione e il superamento del confine assume la forma della trasgressione, anziché dellapertura allIllimitato da riconoscere e da far conoscere. In tale prospettiva, conclude il sacerdote bresciano, linfo-etica indicata da Benedetto XVI nel messaggio per la Giornata sarebbe difesa e promozione di quellumano che sta allorigine dellinvenzione dei media.