Progetto Culturale - Nel Cantiere | |||
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Un contributo significativo. Lavorare insieme per produrre qualcosa di globalmente significativo. È linvito che il card Camillo Ruini - Presidente del Comitato per il progetto culturale - ha rivolto ai Portaparola presenti a Bibione in occasione del 1° incontro nazionale. Nella società attuale, ha precisato Ruini, servono persone e organismi che sappiano captare, interpretare e guidare i processi in corso, in particolare quelli dove la posta in gioco sono i valori fondamentali. Un servizio culturale a cui la Chiesa chiama tutti gli animatori della comunicazione e della cultura, di cui proprio i Portaparola rappresentano unincarnazione specifica, non solo come singoli, ma dentro a quella realtà specifica che è la Chiesa italiana. Lobiettivo di fondo, ha ricordato, è quello di superare il gap tra la «cultura pubblica» e la presenza capillare della Chiesa in mezzo alla gente, in un orizzonte dove molta gente, anche non credente, rimane perplessa e spaventata di fronte alla riduzione delluomo a particella della natura, voluta da una certa cultura laicista. Il grande bivio. Infatti, è proprio questo il grande bivio di fronte al quale si trova lumanità: Accettare che luomo sia solo una particella della natura, o mantenere lassunto iniziale che egli è immagine di Dio?. Un bivio che sta sullo sfondo della questione antropologica, la quale non è certo recente, poiché luomo da sempre si pone domande riguardo a se stesso, ma oggi assume una nuova dimensione che si rifà alla conoscenza scientifica e alla sua pretesa di avere un valore assoluto. Il porporato ha messo in guardia dal rischio di pensare che lunica conoscenza umana valida sia quella che può essere misurata e verificata scientificamente. Così, infatti, Dio uscirebbe dallorizzonte della conoscenza e, in un certo modo, pure luomo. Infatti, ad essere esclusa sarebbe la sua soggettività, in quanto non misurabile e verificabile, e luomo finirebbe per essere ridotto a oggetto. Sanare le ferite. Il card. Ruini ha dunque richiamato la responsabilità dei cristiani a orientare questo processo antropologico, ricordando come papa Benedetto XVI abbia più volte esortato a rifiutare una razionalità solo scientifica e tecnica, riconoscendo il valore di una razionalità umana che non perda di vista i grandi interrogativi della vita. Non possiamo rassegnarci, ha ammonito, a quel profondo disagio che vive oggi ogni uomo, originato da una dicotomia che vede da una parte una razionalità scientifica che si assolutizza e tende a spersonalizzare luomo, dallaltra un impulso profondo ad affermare la centralità delluomo, la sua libertà e i suoi diritti. La soluzione, però, non sta nel tornare indietro, ma nel superare dal di dentro questa divisione, facendo in modo che il modello scientifico non espunga la questione dei valori, dellunicità della vita, della dignità di ogni essere umano, e in fin dei conti la questione di Dio. Compito dei cristiani - ha sottolineato - non è essere di freno, ma propulsivi e risanatori, per sanare quella ferita profonda che cè nelluomo di oggi. |
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Ultimo aggiornamento di questa pagina: 29-APR-08
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