Il Santo Padre ai convegnisti di "Gesù, nostro contemporaneo"
Gesù è entrato per sempre nella storia umana e vi continua a vivere, con la sua bellezza e potenza, in quel corpo fragile e sempre bisognoso di purificazione, ma anche infinitamente ricolmo dellamore divino, che è la Chiesa.
Č quanto scrive il Papa, nel telegramma letto da mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, in apertura del convegno Gesù nostro contemporaneo, promosso dal Comitato per il progetto culturale.
La contemporaneità di Gesù - prosegue Benedetto XVI nel suo messaggio - si rivela in modo speciale nellEucaristia, in cui Egli è presente con la passione, morte e la Risurrezione. Č questo il motivo che rende la Chiesa contemporanea di ogni uomo, capace di abbracciare tutti gli uomini e tutte le epoche perché guidata dallo Spirito Santo al fine di continuare lopera di Gesù nella storia.
Molti segnali - esordisce il Papa - rivelano come il nome e il messaggio di Gesù di Nazaret, pur in tempi così distratti e confusi, trovino frequentemente interesse ed esercitino una forte attrattiva, anche in coloro che non giungono ad aderire alla sua parola di salvezza.
Di qui la necessità di suscitare in noi stessi e dovunque una comprensione sempre più profonda e compiuta della figura reale di Gesù Cristo, quale puō scaturire solo dallermeneutica della fede posta in fecondo rapporto con la ragione storica.
Secondo il Papa, dunque, è molto significativo che, allinterno dellopera di elaborazione culturale della comunità cristiana, venga messo a tema ciō che non puō considerarsi oggetto esclusivo delle discipline sacre, come ben mostra la vastità delle competenze e la pluralità delle voci chiamate a raccolta dal convegno.
Aprire a Dio una strada nel cuore e nella vita degli uomini: questa, ricorda Benedetto XVI, una delle priorità del suo pontificato. Non a un indefinito ente superiore o una forza cosmica possiamo affidare le nostre vite, ammonisce il Papa: Č Gesù la chiave che ci apre la porta della sapienza e dellamore, che spezza la nostra solitudine e tiene accesa la speranza davanti al mistero del male e della morte.