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L'Arte è un incontro d'amore   versione testuale

Una riflessione dell'artista Raul Gabriel








L’Arte è un incontro d’amore
Una riflessione dell’artista Raul Gabriel
 
Qual è il cruciale rapporto che permette il tentativo della conoscenza di Dio? Per quante teorie siano state elaborate, per quanto la capacità scientifica esperienziale e filosofica dell’uomo sia articolata e profonda, questa può essere solo un supporto di un moto differente primario ed essenziale : l’incontro.
 
Un’opera è la possibilità di un incontro nella carne della realtà a noi comprensibile di qualcosa d’altro, che attiene ad una dimensione del nostro universo che non ci è dato percepire direttamente. Diviene per cosi dire la dimensione tattile, visiva, sonora di una realtà spirituale.

La spinta verso la complessità non viene meno in questo. Anzi si compie. L’ Incontro mette in gioco la sintesi e l’insieme di tutte le categorie umane, scientifiche, filosofiche, e senza bypassarle semplicemente le compie.
 
Fa cioè quel salto di conoscenza che da artista definirei intuizione, o amore, amore inteso come la spinta che fa un passo oltre al progettabile, al prevedibile, e quindi unico vero esploratore del nuovo.

Dal mio punto di vista, approcciarsi a realizzare un’opera senza una pervasione amorosa profonda significa semplicemente realizzare un manufatto, più o meno complesso, anche ben eseguito ma un manufatto. Esattamente come relazionarsi senza quella stessa pervasione amorosa significa intessere relazioni di superficie, più o meno  funzionali ma di superficie.
 
Opera d’arte e incontro sono tutta un’altra storia. Proprio perché ciò che poi diventa interessante anche per l’aspetto cognitivo , è la componente che amore e intuizione aggiungono , la novità non progettabile , sempre sorprendente e anche destabilizzante. Non esiste una vera bellezza che non abbia queste caratteristiche. Tutto il resto è decoro e stucco nel migliore dei casi.

L’Uomo che abbraccia in Xfiction coincide con una croce , con una croce di liberazione, una croce viva, una croce che è esattamente l’incrocio tra terra e cielo, tra corpo e spirito, tra Parola e immagine. Un incrocio che non è giustapposizione, ma compimento, ovvero incarnazione di uno nell’altro. Ho ben presente come nel processo di gestazione dell’opera durato anni, nel corso della progressiva purificazione dai riferimenti si verificava per converso una moltiplicazione dei significati, quasi in una pedagogia dei contrari.
 
E ho ben presente come ad un certo punto , dopo la realizzazione , un giorno l’opera mi si è rivelata, cioè era sconosciuta a me che l’avevo pensata per quel tempo e realizzata. Potente e suadente metafora di come i percorsi della conoscenza sono fatti solo in parte da ciò che vi si mette , ma in gran parte da ciò che si incontra. Condizione fondamentale è l’accoglienza. Accogliere è il presupposto per conoscere e quindi forse riconoscere . Accogliere è il presupposto per cambiare. La capacità di stupirsi è fondamentale, ma ancora di più lo è la capacità di farsi plasmare da quello stupore. E questo è esattamente ciò che penso dell’arte, ma la somiglianza con le tematiche della fede è evidente.

L’artista che sia artista, e non decoratore, è come una antenna che non ha la materia al suo servizio. Incontra frequenze e quando le riconosce ha l’urgenza di mettersi al loro servizio e farsi guidare per giungere ad un qualche risultato di valore. La materia prenderà forma in seguito a questa forza. Perché in quello che incontra c’è la possibilità del nuovo e non nell’esercizio ripetitivo di ciò che già sa.
 
L’Uomo di Xfiction vive tra materia e luce, abbraccia in sé paradosso e logicità cognitiva  dell’Uomo che attraversa i muri e può mangiare , perché presente , in forma tangibile, visibile, ma in una carne chiaramente trasfigurata: quell’uomo sembra offrire una ipotesi proprio a ciò che sta cercando anche la fisica piu avanzata. Gesù nostro contemporaneo, in tre parole riassume una grande provocazione. Incontrare come contemporaneo un Uomo nato duemila anni fa.
 
Ed è qui la chiave. La rivelazione di fede come quella artistica, è genuina solo se avviene fuori dal tempo, fuori dalle mode o dalla secolarizzazione inevitabile delle nostre esistenze. Perché è quel grido di conoscenza che poi risolve e contiene in modo mirabile tutte le istanze della pragmaticità , ma in una chiave definitiva e di riscatto.
L’Uomo di duemila anni fa è passato presente e futuro, non ha senso definirlo nel tempo, anche se nel tempo prende costantemente forma e sostanza.
 
Quell’Uomo è compiuto per sempre , nel suo abbraccio che si ripete costantemente ma che è tutto in ogni suo momento. Se tutto corre questa sarà l’occasione per fermarsi per conoscere, e magari per qualcuno riconoscere L’Uomo e l’opera che, per primo fra tutti , ha sorpreso proprio il suo autore.
 
Raul Gabriel