Intervista al Presidente del Forum delle associazioni familiari
Belletti: «La denatalità? Segno di un blocco generato dalla miopia della politica» Quello del calo delle nascite è il segnale demografico di un Paese bloccato. Lennesimo campanello dallarme, che suona a tutto volume la mancanza di una politica economica e culturale rivolta alle nuove generazioni e alle giovani famiglie. Francesco Belletti, presidente del Forum delle associazioni familiari, lo ripete da mesi: «Così non si va avanti».
Quindicimila nati in meno, e in soli due anni. Che succede al Belpaese? Quello che andiamo denunciando da tempo: che lItalia è in piena emergenza famiglia, e in piena emergenza futuro. La stabilità del gelo demografico è lunico punto fermo in uno scenario di sgretolamento ed è sì la conseguenza della crisi economica, ma soprattutto di una gra¬vissima miopia culturale della politica.
Quella di non investire sui giovani? Esatto. Sembra che sia in atto un curioso progetto contro le nuove generazioni, nel nostro Paese. Queste ultime non esistono per il mondo del lavoro, non contano nella progettazione economica, non compaiono nelle manovre. I giovani sono abbandonati. E questo abbandono li fa sentire soli, genera paura, li costringe a concentrarsi sul presente e disperare del futuro, che presto non sono più in grado nemmeno di immaginare, figurarsi di costruire. E qui sta il paradosso.
Vale a dire? Che lesito di tutto questo, cioè la denatalità, a sua volta ha uno spaventoso impatto economico.
Spiragli di luce? Senza una svolta radicale, non ne vedremo. Serve che si torni a investire sulla famiglia: non cè bisogno di assistenza, tanto meno di politiche demografiche e incentivi alla natalità. Bisogna avere il coraggio di spostare le risorse previdenziali, di cambiare il fisco in senso più equo. Se non torneremo a credere nei giovani il nostro Paese rimarrà in stasi.
Anche tra gli immigrati la natalità ha subito una battuta darresto. Da 2,6 figli per donna a 2,09 tra il 2006 e il 2009: mezzo figlio in tre anni. Significa che gli stranieri si stanno adattando al comportamento nostrano. E contando che da lì venivano le nostre speranze, il dato è - se possibile - ancor più allarmante.