Spesso Benedetto XVI ha riproposto la grande domanda su Gesù di Nazaret: che cosa egli ha portato veramente nel mondo, se non ha portato la pace, il benessere per tutti, un mondo migliore? La risposta è molto semplice: Dio, Gesù ha portato Dio, quel Dio che le genti avevano intravisto sotto molteplici ombre e che, grazie a lui, scopriamo così vicino da poterlo incontrare. In Gesù, attraverso la Chiesa famiglia dei suoi discepoli, questo Dio fa conoscere il suo volto ad ogni uomo, e proprio così ci indica la strada che come uomini dobbiamo prendere in questo mondo.
La figura di Gesù è anche il punto in cui si rende manifesto quanto la questione antropologica e la questione di Dio si richiamino vicendevolmente. La vita, e in particolare la risurrezione, di Gesù Cristo pongono inesorabilmente alla ragione umana la domanda su Dio e sul suo intervento nella storia. Se infatti Cristo è soltanto un uomo, e soprattutto non è risorto, siamo costretti, alla fine, a ridurre la portata della sua vicenda, confinandola in un lontano passato.
Concludendo la prima parte del suo Gesù di Nazaret, Benedetto XVI riconosce che luomo, in fondo, ha bisogno di ununica cosa che contiene tutto; ma deve prima imparare a riconoscere attraverso i suoi desideri e i suoi aneliti superficiali ciò di cui necessita davvero e ciò che vuole davvero. Ha bisogno di Dio. così possiamo ora vedere che dietro tutte le espressioni figurate cè in ultima istanza questo: Gesù ci dà la «vita» perché ci dà Dio. ce lo può dare perché è Egli stesso una cosa sola con Dio. Perché è il Figlio. Egli stesso è il dono - Egli è «la vita». Proprio per questo è, secondo lintera sua natura, comunicazione, «pre-esistenza». È proprio questo che sulla croce appare come il suo vero innalzamento.