Progetto Culturale - Nel Cantiere
Raccontare la storia
Visitabile, a cantiere aperto, una parte del Museo diocesano di Palermo


"Finalmente ho la gioia di aprire, senza gelosia alcuna, le porte del Palazzo". È festante il card. Paolo Romeo nell‘"aprire" il museo diocesano di Palermo ospitato nei locali del palazzo arcivescovile di via Bonello, in occasione della mostra "Ambienti e mostre a cantiere aperto del museo diocesano di Palermo" (dal 13 luglio al 30 settembre 2011).
 
"Il museo diocesano - prosegue il card. Romeo - è uno strumento che vuole conservare la storia perché non venga deturpata, ma messa a disposizione della collettività", non per "chiudersi nel passato", quanto piuttosto per "avere la certezza di sapere quello che siamo e raccontarlo alle giovani generazioni".
 
L‘apertura a cantiere aperto, fortemente voluta dall‘arcivescovo, è una tappa verso quanto auspicato dal card. Salvatore Pappalardo nei primi anni Ottanta del secolo scorso. Il cardinale, allora arcivescovo di Palermo, nell‘ambito dei lavori di restauro e risistemazione degli uffici nel palazzo, decise di dedicare al museo diocesano, che si vedeva privato delle originarie sale occupate fin dal 1927, la parte che prospetta sulla cattedrale.
 
Dopo 25 anni di chiusura e tre di restauro l‘edificio, sede della Chiesa palermitana, torna a svelare i suoi tesori e si apre alla città. "Si tratta di una tappa intermedia verso l‘apertura definitiva di tutti gli ambienti", spiega il direttore del museo, mons. Giuseppe Randazzo.
 
Dodici le sale visitabili, che si aggiungono alle 13 già inaugurate nel 2004, e che ospiteranno opere e arredi nell‘allestimento definitivo che dovrebbe completarsi entro l‘anno prossimo.
 
In attesa della conclusione dei lavori e della rivisitazione del percorso, in questa fase - in cui il palazzo si offre come cantiere aperto ai visitatori - tante sono le sale e le opere che potranno essere ammirate per la prima volta.
 
Nei dodici ambienti, durante il restauro, la Soprintendenza ha rivelato interessanti novità, come il soffitto ligneo con travi della metà del XV secolo e lo stemma dell‘arcivescovo Beccadelli, o la straordinaria Cappella Borremans, affrescata dal pittore fiammingo con Storie della vita di Cristo e Santi tra il 1733 e il 1734.
 
Ancora, i settecenteschi pavimenti maiolicati, uno proveniente dalla villa Cutò di Bagheria e l‘altro dal Convento Santa Chiara e collocato nella sala dedicata a Santa Rosalia.
 
 "L‘apertura dei saloni restaurati - sottolinea Pierfrancesco Palazzotto, vicedirettore del Museo - ha coinciso con i festeggiamenti in onore di Santa Rosalia, così alla Patrona è dedicata una sala che esporrà le pitture del museo diocesano che la raffigurano, tra cui la tavola pseudomedievale data al XIII secolo, la tela con Santa Rosalia in gloria di Vito D‘Anna.
 
E ancora: il primo ritratto ufficiale dipinto per il Senato di Palermo da Vincenzo La Barbera (1624) e il ritratto del cardinale Giannettino Doria che contribuì alla sua elezione a Patrona di Palermo, la struggente tela con Santa Rosalia in adorazione del Crocifisso di Nicola Malinconico".
 
L‘esposizione resterà aperta fino al 30 settembre 2011, nell‘ambito del percorso del museo diocesano, con i seguenti orari: da martedì a venerdì, la domenica e i festivi (9.30-13.30); sabato (10-18); lunedì chiuso (anche se festivo).
 

Dal Sir (22 luglio 2011)
a cura di Marilisa Della Monica


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 29-LUG-11
 

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