La Regola doro (Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te) merita oggi unattenzione filosofica particolare, poiché essa contiene virtualmente in sé tutte le forme di comando per altri, poiché essa dice della ‘qualità buona della relazione tra noi. Siamo sempre più destinati a essere, insieme, tutti amici possibili e tutti possibili nemici; anche di noi stessi. Ma come essere possibili amici? La Regola doro porta a parola, nella sua bella formulazione, lindicazione, semplice e radicale, delle dinamiche dellumana amicizia, meglio di quanto non accada ad altri principi della ragion pratica. Perciò può essere considerata una cifra emergente delluniversalità etica, di cui è diventato altrettanto universale il bisogno.Il volume, pubblicato con il sostegno del Servizio nazionale per il progetto culturale, apre con la prefazione di C. Vigna e S. Zanardo, seguita da unintroduzione di C. Vigna ‘Sulla Regola doro. La prima parte su ‘La regola doro e le tradizioni sapienziali contiene relazioni di L. Sandonà, C. Chiurlo, T. Lippiello. La seconda parte su ‘La regola doro e la storia del pensiero occidentale contiene le relazioni di I. Sciuto, G. Catalano, N. Varisco, A. Peratoner, P. Pagani, A. Campodonico, e. Sisti, E. Bonan, S. Zanardo, I. Testa. La parte terza su ‘La Regola doro e le forme di vita offre le relazioni di R. Franciullacci, E. La Rosa, B. De Mori, G. Zanini.