Progetto Culturale - Nel Cantiere
Tracce nel tempo
s‘inaugura il Museo dicoesano di Monreale


 Diventa realtà il Museo diocesano di Monreale. Sarà inaugurato, infatti, il 13 aprile questo importante mezzo di espressione dell‘identità storica ed ecclesiale della diocesi siciliana. Fu mons. Salvatore Cassisa, arcivescovo di Monreale dal 1978 al 1997, a manifestare per primo la volontà di realizzare un museo diocesano.
 
Dopo di lui anche i suoi successori, mons. Pio Vittorio Vigo (dal 1997 al 2002) e il compianto mons. Cataldo Naro (dal 2002 al 2006) si spesero per portare a termine il progetto, istituto ufficialmente il 6 gennaio 2010 dall‘attuale arcivescovo, mons. Salvatore Di Cristina.

"Il Museo - spiega mons. Salvatore Di Cristina - oltre ad assumere il compito di salvaguardia dei manufatti di arte sacra, si propone come luogo deputato a documentare visibilmente, attraverso la valorizzazione di detti manufatti, i percorsi lungo i quali la Chiesa monrealese ha manifestato nei secoli passati il proprio culto, le catechesi e la carità, e a evidenziare, al contempo, l‘inculturazione della propria fede e la propria partecipazione all‘evoluzione artistica e culturale del territorio".
 
La direzione è stata affidata a Maria Concetta Di Natale, ordinario di museologia all‘Università degli studi di Palermo, la quale ha curato il progetto espositivo insieme alla vicedirettrice, Lisa Sciortino.
 
"Lo spazio destinato ad ospitare il Museo - si legge nella nota descrittiva della struttura museale - è distribuito su tre livelli nel Palazzo arcivescovile. Il primo, a piano terra, vede un corridoio nel quale sono esposti una serie di manufatti lapidei di varia provenienza, tra cui il cosiddetto ‘Sarcofago di Guglielmo‘.
 
La sala è spazio espositivo per il grandioso arazzo raffigurante il celebre tema del ‘Sogno di Gugliemo‘ e spazio museale per alcuni paliotti di diversa tipologia. Il primo piano comprende due sale: la prima - si legge ancora nella nota - si affaccia all‘interno della Cattedrale offrendo una magnifica veduta dei mosaici.
 
Viene riproposto l‘ordine cronologico raggruppando opere d‘arte a partire dal periodo normanno, coeve pertanto ai mosaici, in successione, con continuazione nella seconda sala dove sono esposte le opere del Cinquecento e del Seicento e che consente una privilegiata visione ravvicinata della policroma decorazione esterna delle absidi del duomo.
 
Al secondo piano sono esposte le opere donate da Salvatore Renda Pitti, significativo esempio di collezionismo privato che, attraverso la donazione, passa alla fruizione pubblica. In questo stesso piano viene sviluppato l‘itinerario espositivo che ‘racconta‘ la storia della diocesi".

a cura di Marilisa Della Monica
 
Dal SIR dell‘8 aprile 2011


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 11-APR-11
 

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