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"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
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 Dio oggi - Archivio notizie - Galli della Loggia: "Il cristianesimo ha cambiato tutto nella storia" 
Galli della Loggia: "Il cristianesimo ha cambiato tutto nella storia"   versione testuale
"Il cristianesimo ha cambiato tutto nella storia e nella politica". Ad affermarlo è stato Ernesto Galli Della Loggia, storico e politologo, intervenendo questa sera alla sessione del Convegno "Dio oggi" dedicata a "Dio, la storia, la politica". "Per gli storici Dio non esiste, esiste il cristianesimo", ha esordito il relatore, e "con il cristianesimo la storia e la politica sono cambiate in modo radicale. Nella politica è entrato il concetto fondamentale di persona e quello, altrettanto fondamentale, di uguaglianza, che sono a fondamento della democrazia moderna". Anche la concezione della storia è cambiata, con l'avvento del cristianesimo, perché "nella storia è entrata la tensione al futuro", grazie alla quale "la storia per il cristiano sarà sempre una dialettica tra l'attesa del Regno di Dio e l'obbligo, nel frattempo, di realizzare i comandamenti del Signore". Due, per Galli della Loggia, le "contingenze storiche assolutamente uniche" con cui si è dovuto confrontare il cristianesimo delle origini: "Dapprima si è dovuto misurare come perseguitato, poi è entrato nella religione ufficiale dell'impero, cioè in politica. Ciò è capitato solo al cristianesimo, e per questo la nostra è una civiltà cristiana". La seconda contingenza storia straordinaria, ha spiegato Della Loggia, è il fatto che dopo la caduta dell'Impero Romano il cristianesimo "si è dovuto misurare con le invasioni barbariche, e con quelle popolazioni ha fatto un'operazione di proselitismo e di acculturazione senza aver nessun potere alle spalle". Questo ha provocato "alcune conseguenze sul piano identitario": "la sicurezza di sé e l'importanza del dato culturale".