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"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
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 Dio oggi - Archivio notizie - Forte: A nessuno è lecito disinteressarsi del bene comune 
Forte: A nessuno è lecito disinteressarsi del bene comune   versione testuale
"In democrazia la politica ha bisogno dell’etica, che ne misuri costantemente il potere umanizzante al servizio del bene di tutti e l’aiuti ad individuare le priorità e le vie giuste per realizzarle". Lo ha ricordato questa sera monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti-Vasto, sottolineando che la tradizione cristiana ha portato il suo contributo alla politica "elaborando il concetto di 'persona’". Secondo monsignor Forte, infatti, "l’idea di persona diventa la chiave di volta della concezione teologica della politica, perché assomma in sé due campi in tensione reciproca, quello della singolarità e quello della relazione". E, ha spiegato l’arcivescovo, "nell’unità di queste relazioni, nella loro reciproca interazione, la persona si offre come il soggetto libero e consapevole della propria storia, posto sulla frontiera fra esistenza storica e valore morale, in grado di saldare i due campi in un’unità sempre ricca di tensione".
 
Intervenendo alla discussione su "Dio, la storia e la politica” che ha chiuso la seconda giornata dei lavori dell’evento internazionale “Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto", promosso dal Comitato per il progetto culturale della CEI, monsignor Forte ha voluto evidenziare "quanto l’’invenzione’ cristiana della persona sia stata gravida di conseguenze per pensare e realizzare correttamente la mediazione politica". Lo ha fatto facendo riferimento alla Costituzione della Repubblica Italiana. "L’idea dell’essere in sé della persona che è alla base del principio della sua singolarità e della sua infinita dignità" è stata recepita dalla Costituzione e questo, per l’arcivescovo, ha una grande importanza oggi "nel campo della tutela delle minoranze, dei lavoratori, delle donne, dei diversamente abili, ed oggi in modo speciale nel rispetto dovuto alla persona degli immigrati, quale che sia il loro stato giuridico di cittadinanza". "Riconoscere e tutelare la dignità di ogni essere personale – ha osservato Forte - è il primo impegno cui chiama la nostra Costituzione, in questo eco fedele dell’idea che il cristianesimo offre alla mediazione politica riguardo all’assolutezza, singolarità e pari dignità di ogni uomo o donna davanti a Dio e alla storia".
 
Per l’arcivescovo poi "l’idea dell’essere per sé e per altri della persona esprime il movimento di auto-determinazione e di finalizzazione che la caratterizza, e perciò il ruolo determinante che hanno la consapevolezza e la libertà nei suoi atti". "Nel conoscere e nel decidersi la persona è responsabile verso se stessa, come verso gli altri", ha aggiunto l’arcivescovo ricordando che "la Costituzione recepisce questo principio anzitutto affermando il valore del pluralismo”. Secondo monsignor Forte, "il concetto di responsabilità è parimenti alla base del cosiddetto principio di laicità e di tolleranza". "Il sapersi responsabili verso se stessi e verso altri – ha concluso l’arcivescovo - fonda insomma l’esigenza del rispetto del diverso e del farsi carico, se occorre, del suo bisogno e della tutela dei suoi diritti. Nessun uomo è un isola e a nessuno è lecito disinteressarsi del bene comune".