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"Se Dio manca, se si prescinde da Dio, se Dio è assente, manca la bussola per mostrare l’insieme di tutte le relazioni per trovare la strada, l’orientamento dove andare. Dio! Dobbiamo di nuovo portare in questo nostro mondo la realtà di Dio, farlo conoscere e farlo presente."
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 Dio oggi - Archivio notizie - Scruton: "Ritorniamo a percorrere la via posititva della bellezza" 
Scruton: "Ritorniamo a percorrere la via posititva della bellezza"   versione testuale
“La dissacrazione è una sorta di difesa dal sacro, un tentativo di distruggerne le pretese. Davanti alle cose sacre le nostre vite vengono giudicate; e per sfuggire a quel giudizio, noi distruggiamo la cosa che sembra accusarci. E siccome la bellezza ci ricorda del sacro, e anzi di una forma speciale di esso, anche la bellezza deve venire dissacrata”. Ne è convinto il filosofo Roger Scruton che questa mattina è intervenuto alla seconda sessione dell’evento internazionale “Dio oggi. Con Lui o senza di Lui cambia tutto” con una relazione sulla bellezza e il sacro. “Se si guarda alle bruttezze coltivate nel nostro mondo attuale – ha detto - si scopre che molte di esse includono la dissacrazione della forma umana mostrata dall'uomo che viene sopraffatto da forze esterne, dallo spirito umano presentato come eclissato e inefficace, nonché dal corpo umano considerato come mero oggetto fra oggetti piuttosto che come soggetto libero, vincolato dalla legge morale”. Ed è su queste cose, ha osservato Scruton, “che l'arte del nostro tempo sembra concentrarsi, offrendoci non solo la pornografia di carattere sessuale, ma anche una pornografia di violenza in cui l'essere umano è ridotto a grumo di carne sofferente, reso miserabile, impotente e disgustoso. Ed è esattamente in questa epoca di abbondanza materiale, di libertà sessuale e di regno della bramosia che questa vendetta contro la forma umana è prevalente”. Secondo Scruton, “questa dissacrazione ostinata è quindi una negazione dell'amore: un tentativo di rifare il mondo come se l'amore non ne facesse più parte”. E questa, ha sottolineato, “è la caratteristica più importante della cultura postmoderna: che è una cultura senza amore, decisa a ritrarre il mondo umano come non amabile. Non come un dono, ma come un fatto”. Di fronte a tutto ciò occorre, per Scruton, ritornare a percorrere “la via positiva della bellezza”. “Non vi è ancora ragione – ha rilevato - per pensare di doverlo abbandonare. Perché, allora, così tanti artisti si rifiutano oggi di camminare lungo quel sentiero? Forse perché sanno – ha concluso - che esso conduce a Dio”.