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 Progetto Culturale - Punto di vista - La famiglia al centro 

n° 53 - 5 giugno 2012

 

La famiglia al centro

Paolo Bustaffa 

Per capire la questione

Un messaggio anche alla società, ai diversi livelli di governo e alla politica. Un messaggio di speranza e di responsabilità: questo è stato Family 2012 che ha parlato dentro e fuori la Chiesa con la forza e la delicatezza del linguaggio della famiglia. L’incontro, che ha fatto di Milano la capitale dell’umanità, ha immesso nei canali della comunicazione pensieri e parole che nascono e crescono in un tessuto di relazioni sincere e profonde come è quello di molte famiglie. Purtroppo così non è per la società.
Al Family 2012, grazie soprattutto a Benedetto XVI, ha preso maggior sostanza e visibilità il contributo che la Chiesa non si stanca di offrire per la costruzione di una società dal volto umano. In un tempo di incertezza e di presunzione si è nuovamente levata una voce che invita la società, le istituzioni e la politica a una seria assunzione di responsabilità. La Chiesa torna a chiedere ai suoi interlocutori risposte non per se stessa e, nel contempo, si dichiara pronta a cercare e costruire con altri le soluzioni più efficaci e più rispondenti alle esigenze della famiglia. Attese, non a caso, molto vive nelle nuove generazioni.
Ci sarà una risposta dalla società, dai diversi livelli di governo e dalla politica oppure ci si limiterà a ripetere che la famiglia fondata sul matrimonio è solo una questione cattolica? Si dirà che il Family 2012 è stato un evento ecclesiale e tale deve restare oppure si cercherà di cogliere quel ragionare e progettare che in esso si sono sviluppati e che possono accomunare credenti e non credenti nell’impegno per il bene comune? Prenderà consistenza e prospettiva quella laicità positiva che se solo evocata e invocata corre il rischio di ridursi a slogan, mentre è un esercizio culturale e politico che, nell’autonomia dei soggetti, pone a suo fondamento l’onestà intellettuale e una grande visione di società e di futuro?
Oggi, su questo terreno, qualcosa sta cambiando e il cortile dei gentili appare sempre meno un’immagine suggestiva e sempre più un metodo di confronto. La famiglia non può che essere al centro del cortile. Lo auspica e lo incoraggia la Chiesa con un linguaggio che forse può essere non sempre d’immediata comprensione ma certamente non è autoreferenziale perché il suo desiderio più forte, in una società plurale, è quello di far nascere domande, suscitare pensieri, incoraggiare confronti, concretizzare e condividere scelte per il bene comune. In particolare, attorno a quei valori che sono “non negoziabili” ma, come è stato ripetuto più volte, non sono “non argomentabili”. Il colloquio tra fede e ragione deve essere continuamente e saggiamente alimentato.
Il Family 2012 ha lanciato anche questo messaggio nell’unire la festa al lavoro, la fragilità alla sofferenza, la crisi alla fiducia, la vita alla morte. Non rimarrà una voce nel deserto se il laicato cattolico lo porterà con competenza, passione e costanza nel dibattito culturale e politico. A partire dal territorio e, come sta avvenendo, attraverso un coordinamento efficace di iniziative culturali, politiche, mediatiche. Non mancherà e non tarderà la risposta della società, delle istituzioni e della politica.
Paolo Bustaffa
 

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