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Ottmann: "Storia, coscienza, escatologia"   versione testuale

L'intervento nella sessione conclusiva "Il Risorto signore della storia"








"Che cosa porterà il futuro all’umanità? Un regno di pace e di giustizia? O quello che accadrà sarà completamente diverso? Vi sarà, alla fine, una guerra atomica? Una catastrofe climatica? Un progressivo avvelenamento della terra? Indipendentemente da quello che avverrà, che si tratti di una fine buona o cattiva, noi ci immaginiamo la storia come un processo  orientato verso una fine, verso un fine".
 
Così ha esordito Henning Ottman, nel suo intervento "Storia, coscienza, escatologia" che ha aperto la sessione conclusiva di "Gesù, nostro contemporaneo" sul tema "Il Risorto Signore della storia".
 
"L'idea di un fine" ha proseguito Ottman "è sopraggiunta nel mondo soltanto con il giudaismo e con il cristianesimo. In precedenza si pensava il tempo come un ciclo, un circolo. Ci si orientava sulla natura,  il cosmo, il corso ciclico delle stelle, il ripetersi delle stagioni".
 
Con il cristianesimo questa concezione del tempo  e della storia si è trasformata. Per i cristiani la storia ha un fine. "Essa ha un inizio nella creazione, un centro nell’incarnazione di Dio, una fine nel ritorno del Signore" ha proseguito il docente di Filosofia politica "la storia non viene più rappresentata come un circolo. Ce la rappresentiamo piuttosto come una freccia diretta verso un bersaglio".
 
Se ne deduce che "Il soggetto dell’epoca moderna vuole creare se stesso, entrando in una sorta di concorrenza con il Creatore sia in termini di potere che di creatività. La dottrina cristiana della storia ci ricorda qualcosa di diverso".
 
"Essa ci ricorda la nostra impotenza, la nostra provvisorietà e finitezza", ha concluso Ottman, "ma ci mostra anche che cosa possiamo sperare e che cosa, con le nostre sole forze, non possiamo permetterci e addirittura non dobbiamo permetterci. L’ultima parola, l’ultimo giudizio, la giustizia finale: tutto questo non si trova affatto nelle nostre mani; ne siamo stati liberati e, visto così, il soggetto della modernità potrebbe essere grato per tutto ciò da cui è stato sollevato, grazie alla sollecitudine di Dio per l’uomo; potrebbe essere più disteso, più tranquillo  e meno aggressivo di quanto sia il Prometeo  moderno".  
 
 
 
 
 
ultimo aggiornamento 15/10/2015