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 Gesù nostro contemporaneo - Area stampa - archivio notizie - La misteriosa contemporaneità tra la Pasqua di Gesù e la storia 

La misteriosa contemporaneità tra la Pasqua di Gesù e la storia   versione testuale

Un testo di Giovanni Paolo II








 5. « Mysterium fidei! - Mistero della fede! ». Quando il sacerdote pronuncia o canta queste parole, i presenti acclamano: « Annunziamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell'attesa della tua venuta ». 
In queste o simili parole la Chiesa, mentre addita il Cristo nel mistero della sua Passione, rivela anche il suo proprio mistero: Ecclesia de Eucharistia. Se con il dono dello Spirito Santo a Pentecoste la Chiesa viene alla luce e si incammina per le strade del mondo, un momento decisivo della sua formazione è certamente l'istituzione dell'Eucaristia nel Cenacolo. Il suo fondamento e la sua scaturigine è l'intero Triduum paschale, ma questo è come raccolto, anticipato, e « concentrato » per sempre nel dono eucaristico. In questo dono Gesù Cristo consegnava alla Chiesa l'attualizzazione perenne del mistero pasquale. Con esso istituiva una misteriosa « contemporaneità » tra quel Triduum e lo scorrere di tutti i secoli. 
Questo pensiero ci porta a sentimenti di grande e grato stupore. C'è, nell'evento pasquale e nell'Eucaristia che lo attualizza nei secoli, una « capienza » davvero enorme, nella quale l'intera storia è contenuta, come destinataria della grazia della redenzione. Questo stupore deve invadere sempre la Chiesa raccolta nella Celebrazione eucaristica.
 
(…)
 
 
59. « Ave, verum corpus natum de Maria Virgine! ». Pochi anni or sono ho celebrato il cinquantesimo anniversario del mio sacerdozio. Sperimento oggi la grazia di offrire alla Chiesa questa Enciclica sull'Eucaristia, nel Giovedì Santo che cade nel mio venticinquesimo anno di ministero petrino. Lo faccio con il cuore colmo di gratitudine. Da oltre mezzo secolo, ogni giorno, da quel 2 novembre 1946 in cui celebrai la mia prima Messa nella cripta di San Leonardo nella cattedrale del Wawel a Cracovia, i miei occhi si sono raccolti sull'ostia e sul calice in cui il tempo e lo spazio si sono in qualche modo « contratti » e il dramma del Golgota si è ripresentato al vivo, svelando la sua misteriosa « contemporaneità ». Ogni giorno la mia fede ha potuto riconoscere nel pane e nel vino consacrati il divino Viandante che un giorno si mise a fianco dei due discepoli di Emmaus per aprire loro gli occhi alla luce e il cuore alla speranza (cfr Lc 24,13-35). 
 
Giovanni Paolo II, Lett. enc. Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003), n. 5 e n. 59
 
 
ultimo aggiornamento 15/10/2015