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ultimo aggiornamento 15/10/2015
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L'interpretazione del reale: scienze ed altri saperi   versione testuale

Servizio nazionale per il progetto culturale

1. Perché
Nella coscienza dell'uomo contemporaneo il concetto di realtà è sfilacciato. In questo l'evoluzione del sapere scientifico ha giocato un ruolo determinante. La scienza si autocomprende come un sapere sempre a confronto con la realtà e ha maturato oggi una più precisa consapevolezza dei propri limiti. Il progredire della conoscenza ha fatto emergere la complessità del reale, creando un'apertura per l'incontro tra diversi saperi. La percezione dei limiti della scienza, che sul piano della ricerca conduce a nuove aperture dialogiche, ha però effetti contraddittori sul piano della mentalità comune. Da una parte, la scienza è apprezzata per le sue ricadute tecnologiche, senza però interesse per l'analisi e la spiegazione del reale. Dall'altra, all'esaltazione acritica dell'impresa scientifica (scientismo), si affianca una mentalità magico-superstiziosa altrettanto acritica per la quale tutte le credenze sono sullo stesso piano - sono appunto 'credenze', non 'saperi'.
Di fronte a questi esiti relativistici e nihilistici il pensiero cristiano deve contribuire a recuperare un'immagine corretta della ricerca scientifica, che ne sottolinei i valori e ne comprenda i limiti. Nel confronto, anche la fede risulterà arricchita e rinvigorita, comunicando se stessa con più efficacia ed evitando di essere compresa in termini emotivi o sentimentali. Si aprono dunque due direttrici di lavoro. L'una riguarda le comuni radici dei saperi che si pongono la domanda sulla realtà, e in questo contesto la traduzione del messaggio cristiano in un mondo in cui la cultura scientifica ha una presenza determinante. L'altra è relativa all'analisi di quegli aspetti della cultura scientifica e tecnologica che creano 'mentalità' ed influiscono sugli stili di vita.

2. Che cosa
Tra i molteplici ambiti di approfondimento, quattro sembrano di particolare importanza. Da un punto di vista gnoseologico ed epistemologico, occorre is tituire un confronto tra le scienze e gli altri saperi. Anzitutto, va discusso un certo modello di razionalità. La società contemporanea rischia di ridurre la razionalità a mero fattore di calcolo, svalutandone ogni aspetto fondativo, secondo una mentalità di matrice economica più che scientifica.
Ha senso parlare di un 'sapere senza fondamenti'? In che modo possiamo ordinare i saperi affinché essi rimangano saperi dell'uomo e non si separino con esiti incontrollabili e 'disumanizzanti'? Nell'affrontare questi problemi, occorre legare la 'domanda di senso' della società contemporanea ad un'analisi raffinata della struttura del sapere, in particolar modo di quei saperi che sono alla radice della nostra cultura.
La riflessione sui fondamenti non può quindi prescindere dagli sviluppi più recenti delle matematiche (con particolare riferimento al loro influsso sui modelli del ragionamento) e dei contributi provenienti dai vari campi della fisica (cosmologia, meccanica quantistica, ecc.). Il problema dei fondamenti si riconduce così a quello del reale, alla domanda perenne su che cosa esiste e se sia possibile conoscerlo. Insomma, nella società pluralistica è sul terreno dell'indagine filosofica relativamente alla razionalità ed alla verità che scienze ed altri saperi possono e debbono incontrarsi: non si tratta di stabilire quanto sappiamo, ma che cosa significa ciò che sappiamo. Si tratta in altre parole di approfondire il quadro concettuale relativo ai 'discorsi' della fede e della scienza, operazione indispensabile se si vuole costruire una cultura per tutto l'uomo. Da un punto di vista antropologico, bisogna tenere conto dell'impatto delle scienze (e delle tecnologie) a due livelli differenti. Un primo livello di cultura 'alta' concerne l'autocomprensione dell'uomo: si pensa qui a questioni diverse come la riflessione sull'intelligenza artificiale (che diventa un modello per comprendere il modo stesso in cui l'uomo ragiona), le ragioni ed i limiti dell'intervento u mano nel mistero della vita (ciò che si intende comunemente con il termine 'bioetica', facendo particolare attenzione all'emergere delle biotecnologie).
Ci si trova di fronte ad una sorta di 'mutazione antropologica', in cui la tecnologia cambia sia il modo in cui l'uomo si valuta sia il suo stesso essere. Un secondo livello di cultura diffusa riguarda i vari modi in cui la scienza e la tecnologia contribuiscono a plasmare la mentalità comune. Si aprono qui ambiti molto diversi, che riguardano da una parte la vita quotidiana (la divulgazione scientifica, che generalmente punta più al 'mistero' che alla razionalità dell'agire scientifico, ma anche il modo in cui la tecnologia, specialmente quella relativa all'informazione, cambia il nostro rapporto con la conoscenza), dall'altra al rapporto tra la scienza e le giovani generazioni (l'insegnamento delle scienze è troppo stereotipato e ideologizzato). Più in generale qui si pone il problema di riqualificare i valori dello studio e dell'approfondimento intellettuale, che sono sempre meno apprezzati dai giovani: i valori ed il 'linguaggio' delle scienze non sono che una prima tappa in questo cammino. In ambito storico, si vuole chiarire le ragioni delle reciproche incomprensioni attraverso uno studio dell'evoluzione storica delle diverse discipline. Andrebbero sottolineati i numerosi punti di contatto tra rami diversi della tradizione occidentale, per diffondere anche da questo punto di vista la consapevolezza che fede e scienza non sono sistemi contrapposti. A livello teologico, infine, il problema è quello del come dire Dio oggi, in un mondo in cui la scienza ha drasticamente modificato il quadro di riferimento. C'è bisogno di verificare le possibilità oggettive di una riformulazione del messaggio cristiano che tenga conto delle categorie concettuali della mentalità scientifica, con l'avvertenza critica di non cercare concordismi tanto superficiali quanto sterili.

3. Come
Il metodo di lavoro deve essere differenz iato così come i contenuti ed i soggetti: quelle delineate sono solo alcune delle modalità possibili e sono aperte ad ulteriori suggestioni, considerazioni e correzioni. Per la ricerca, si possono utilizzare le modalità dei progetti di ricerca e dei seminari di studio. L'animazione culturale dovrebbe invece caratterizzarsi come l'apertura problematica ad una serie di questioni, stimolando confronto e dibattito all'interno di istituti e centri culturali.
Nel concreto, bisognerebbe selezionare un 'indice' delle questioni da sollevare, offrendo ai centri un pacchetto che comprenda un ciclo di conferenze tenute da relatori qualificati sui temi previsti. Vanno comunque individuati alcuni momenti e luoghi formativi strategici che siano trasversali ai settori pastorali. Infine, non deve mancare un evento culturale di grande risonanza. 
 
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