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ultimo aggiornamento 15/10/2015
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La Regola d'oro come etica universale   versione testuale

(Vita e Pensiero, Milano 2005)


La Regola d’oro (“Non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te”) merita oggi un’attenzione filosofica particolare, poiché essa contiene virtualmente in sé tutte le forme di comando per altri, poiché essa dice della ‘qualità’ buona della relazione tra noi. Siamo sempre più destinati a essere, insieme, tutti amici possibili e tutti possibili nemici; anche di noi stessi. Ma come essere possibili amici? La Regola d’oro porta a parola, nella sua bella formulazione, l’indicazione, semplice e radicale, delle dinamiche dell’umana amicizia, meglio di quanto non accada ad altri principi della ragion pratica. Perciò può essere considerata una cifra emergente dell’universalità etica, di cui è diventato altrettanto universale il bisogno.

Il volume, pubblicato con il sostegno del Servizio nazionale per il progetto culturale, apre con la prefazione di C. Vigna e S. Zanardo, seguita da un’introduzione di C. Vigna ‘Sulla Regola d’oro’. La prima parte su ‘La regola d’oro e le tradizioni sapienziali’ contiene relazioni di L. Sandonà, C. Chiurlo, T. Lippiello. La seconda parte su ‘La regola d’oro e la storia del pensiero occidentale’ contiene le relazioni di I. Sciuto, G. Catalano, N. Varisco, A. Peratoner, P. Pagani, A. Campodonico, e. Sisti, E. Bonan, S. Zanardo, I. Testa. La parte terza su ‘La Regola d’oro e le forme di vita’ offre le relazioni di R. Franciullacci, E. La Rosa, B. De Mori, G. Zanini.
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