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ultimo aggiornamento 15/10/2015
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Nobel per la teologia   versione testuale

Al via la "Fondazione vaticana Joseph Ratzinger - Benedetto XVI"


Una Fondazione vaticana per promuovere la teologia e la spiritualità di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, organizzare convegni di alto valore scientifico e uno speciale “Premio Ratzinger” per gli studiosi di Sacra scrittura, Patristica e Teologia Fondamentale.
 
L’iniziativa è stata presentata qualche giorno fa in Sala Stampa vaticana. La “Fondazione vaticana Joseph Ratzinger-Benedetto XVI”, istituita formalmente il 1° marzo 2010, ha un capitale iniziale di 2 milioni e 400 milioni di euro derivante dal 50% dei diritti d’autore dei libri di Joseph Ratzinger-Benedetto XVI (l’altro 50% è destinato alle opere di carità del Papa), ma si attendono altri aiuti economici e donazioni.
 
Presidente del Comitato scientifico è il cardinale Camillo Ruini. Il Comitato è composto, inoltre, dai cardinali Tarcisio Bertone e Angelo Amato, da mons. Jean-Louis Bruguès e mons. Luis Francisco Ladaria.
 
La Fondazione intende operare con la già esistente “sorella” tedesca, la “Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI-Stiftung”. Entro il 2011, ha auspicato il card. Ruini, “vorremmo assegnare i primi tre ‘Premi Ratzinger’, che speriamo possano essere considerati, con il passar del tempo, qualcosa di analogo ad un Premio Nobel per la teologia”. La sede sarà in via della Conciliazione, 5, vicino al Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione.

Il card. Ruini, che si è detto un “fruitore” della teologia di Joseph Ratzinger dal 1969, l’ha descritta come “una teologia che si muove in avanti, guarda al presente e al futuro, a partire da una straordinaria conoscenza delle origini e della storia delle fede cristiana.
 
La capacità, e vorrei dire il gusto, di tenere insieme questi due aspetti, facendo scaturire l’innovazione all’interno della fedeltà, accomuna Joseph Ratzinger ai grandi maestri delle diverse epoche cristiane”.
 
Secondo il card. Ruini un’altra caratteristica dell’opera del Papa è quella della “comprensibilità”: “La sua teologia non è scritta in ‘ecclesialese’, e nemmeno in ‘teologhese’, e perciò viene compresa e gustata anche da chi non è teologo”.
 
Una comprensibilità, ha aggiunto, “che viene anche dalla sua concretezza, dal suo senso della storia e delle realtà del nostro tempo”. “Il processo di ri-evangelizzazione dell’Europa - ha precisato il card. Ruini rispondendo ai giornalisti – non può che essere favorito dalle attività di questa Fondazione”.
ultimo aggiornamento 15/10/2015