E' diventato quasi un luogo comune parlare di quella “sfida educativa” che, tra analisi, allarmi e polemiche, interessa così da vicino il futuro della nostra cultura e delle nuove generazioni. Ma la sfida esiste ed è assai grave.
Una delle tematiche che ha un profondo rapporto con tale sfida è il problema del male che il Novecento ha consegnato, per così dire, al nostro tempo o per rimuoverlo o per affrontarlo attraverso le lucide e sofferte testimonianze di molti dei suoi protagonisti, tra cui Etty Hillesum e Simone Weil, che hanno pagato un duro prezzo alla follia della storia.
Infatti, pur diversissime per temperamento e formazione, Etty Hillesum e Simone Weil – due giovani donne ebree nell’Europa nazista con il conseguente disastro della seconda guerra mondiale – hanno affrontato, nella disarmante condizione della “scrittura”, il problema cruciale posto dal loro tempo: è possibile ancora amare il mondo e la vita in mezzo all’apparente trionfo di quel “male” prodotto da una folle ideologia?
A questo interrogativo Beatrice Iacopini e Sabina Moser hanno dedicato uno studio serrato e convincente intorno al quale intende svolgersi il seminario-presentazione "Una patria per tempi orribili" organizzato dalla Comunità di San Leolino, in collaborazione con la Gonzaga University di Firenze, per il 5 novembre alle 16.30. In allegato il programma dell'evento.