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 Progetto Culturale - Punto di vista - Fecondazione, avanza il far west 

n° 134 - 10 aprile 2014

Fecondazione, avanza il far west

 

Per capire la questione    

La Corte costituzionale ieri ha dichiarato incostituzionale il divieto di fecondazione eterologa previsto dalla Legge 40 del 2004. I giudici della Consulta hanno dato ragione a tre tribunali - Firenze, Milano e Catania - che avevano sollevato dubbi di legittimità costituzionale accogliendo i ricorsi di altrettante coppie. Cade, dunque, il divieto di procreazione assistita di tipo eterologo, che utilizza cioè ovociti o spermatozoi di un donatore. Restano invece in piedi altre parti della Legge 40, a partire dalla possibilità di accedere alla fecondazione assistita solo alle coppie infertili, dunque non a quelle fertili sebbene portatrici di malattie genetiche. Rimangono anche il divieto di accesso alla fecondazione assistita per single e coppie dello stesso sesso, e quello di ricerca su embrioni non idonei alla gravidanza.
"L'introduzione della fecondazione eterologa nel nostro ordinamento è un evento complesso che difficilmente potrà essere attuato solo mediante decreti". Così ha commentato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin in merito alla sentenza. "Ci sono alcuni aspetti estremamente delicati – ha aggiunto - che non coinvolgono solamente la procedura medica ma anche problematiche più ampie, come ad esempio l'anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia, e il diritto a conoscere le proprie origini e la rete parentale più prossima (fratelli e sorelle) da parte dei nati con queste procedure. Sono questioni che non si può pensare di regolare con un atto di tipo amministrativo, ma necessitano una condivisione più ampia, di tipo parlamentare".
“Con la sentenza della Corte costituzionale, che travalica la funzione politica del Parlamento su temi complessi che riguardano la società civile e i propri modelli di riferimento culturali, prosegue lo smantellamento progressivo a mezzo giudiziario della legge 40. Una normativa forse da rivedere dopo dieci anni, ma che ha avuto il merito di porre un quadro di riferimento scientifico ed etico in tema di procreazione assistita”. È quanto dichiarano Paola Ricci Sindoni e Domenico Coviello, presidente e copresidente nazionali dell’associazione Scienza & Vita. "In tal modo si apre un inesorabile vuoto normativo che prelude al ritorno a quel far west procreatico che in questi ultimi dieci anni era stato possibile contenere. Con la cancellazione del divieto di fecondazione eterologa viene legittimata ogni pratica di riproduzione umana, con il solo pretesto che tutti, comunque, hanno diritto a veder garantiti i propri desideri. La cultura giuridica si rimette in tal senso al dominio della tecnoscienza, legittimandone lo strapotere. Questa sentenza apre inoltre lo scandalo del mercato dei gameti: nessuno garantisce che non avverrà - come già ora all’estero - con lo sfruttamento di chi si trova in difficoltà economiche”.

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