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 Progetto Culturale - Punto di vista - La Siria chiede pace 

n° 130 - 13 marzo 2014

La Siria chiede pace

 

Per capire la questione    

Il numero dei bambini colpiti dal conflitto in Siria è più che raddoppiato in un anno passando da 2,3 milioni ad oltre 5,5 milioni. Lo denuncia il Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) in un rapporto intitolato "Sotto assedio. Il devastante impatto di tre anni di conflitto in Siria sui bambini".
Un minorenne siriano su 10 - pari a più di 1,2 milioni - è stato costretto a cercare rifugio negli Stati vicini, mentre il numero di minorenni sfollati all'interno della Siria è più che triplicato in un anno ed è salito a tre milioni. "Dopo tre anni di disordini e di conflitto, la Siria è tra i posti più pericolosi del mondo per un bambino. Migliaia e migliaia di bambini hanno subito amputazioni o perso la loro vita e praticamente ogni aspetto della loro infanzia", dalla casa alla scuola ai loro cari, si legge nel documento.
Il rapporto stima, prudentemente, in almeno 10 mila il numero di bambini uccisi ed evoca episodi nei quali bambini e donne incinte sono stati deliberatamente feriti o uccisi da cecchini. Particolarmente colpiti sono i bambini ed i ragazzi - stimati in circa un milione - che sopravvivono in aree della Siria sotto assedio o difficili da raggiungere per l'assistenza umanitaria.
Ed anche tra i rifugiati la situazione è estremamente difficile. Un bambino siriano rifugiato su dieci deve lavorare invece di andare a scuola e i matrimoni precoci riguardano adesso una ragazza su cinque tra i rifugiati in Giordania. Il rapporto ammonisce che il futuro dei 5,5 milioni di bambini siriani è a rischio: la violenza, il crollo dei servizi sanitari ed educativi (circa tre milioni dei bambini in età scolastica non vanno a scuola, pari al 40%), il grave stress psicologico e l'impatto economico rischiano infatti di "devastare una generazione".
Si è riunito mercoledì 12 a Raboueh, in Libano, presso la sede del Patriarcato greco-melchita, l'assemblea dei vescovi cattolici di Siria. Lo conferma all'agenzia Fides l'arcivescovo armeno cattolico di Aleppo Boutros Marayati. La riunione, sotto la presidenza del patriarca greco-melchita Gregorios III Laham, è stata dedicata in particolare alle iniziative messe in campo dalla Caritas per venire incontro alle tante tragedie e sofferenze che affliggono la popolazione siriana nel Paese devastato dal conflitto armato.
La riunione si è tenuta a tre giorni dalla liberazione delle suore greco-ortodosse di Maalula che ha suscitato gioia in tutte le comunità cristiane mediorientali. "Adesso - sottolinea l'arcivescovo Marayati - c'è da auspicare che i canali utilizzati per la liberazione delle suore di Maalula funzionino anche per affrontare e risolvere i casi di vescovi, sacerdoti e religiosi rapiti in Siria durante il conflitto". Nelle trattative per liberare le suore hanno giocato un ruolo preminente i servizi di sicurezza libanesi. Oltre ai vescovi metropoliti di Aleppo Boulos al-Yazigi (greco-ortodosso) e Mar Gregorios Yohanna Ibrahim (siro-ortodosso), tra i sequestrati in Siria figurano ancora il gesuita Paolo Dall'Oglio, il sacerdote armeno cattolico Michel Kayyal e il sacerdote greco-ortodosso Maher Mahfouz.

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