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Pubblicati gli Atti di "Gesù, nostro conteporaneo"   versione testuale

In libreria il volume che raccoglie i contributi del Convegno








È da alcuni giorni in libreria il volume “Gesù nostro contemporaneo” (Ed. Cantagalli, 400 pagine, € 18,50), contenente i testi dell’omonimo convegno internazionale promosso dal Comitato per il Progetto Culturale della CEI nel febbraio scorso.

Aperto dal messaggio di Benedetto XVI, il libro contiene i contribuiti di una cinquantina di studiosi, che assommano competenze nei diversi campi del sapere: dalla storia alla teologia, dall’arte alla filosofia.
 
Agli uomini di oggi viene riproposto Gesù, il Cristo crocifisso e risorto, attraverso un dibattito appassionato, intellettualmente onesto e aperto a una pluralità di voci anche molto diverse tra loro: dai cardinali Bagnasco, Scola, Ravasi e Ruini ai giornalisti Mieli e Capuozzo; dai teologi Fisichella, Sequeri e Coda agli accademici Marion e Berger. E poi, Alessandro D’Avenia, Roberto Vecchioni, David Rosen e molti altri.

È un confronto condotto con rigore critico e capace di abbracciare e coinvolgere profondamente tutto l’arco dell’esperienza umana.
 
Dopo un primo esame della storicità di Gesù, che inserisce la sua esperienza terrena in un preciso contesto, gli studiosi che hanno preso parte al dibattito hanno messo in luce la vicinanza del Figlio di Dio alle donne, ai poveri, ai sofferenti, ai giovani, per capire in che modo Gesù continua a parlare agli uomini di ogni tempo e come sia ancora e sempre possibile parlare della sua “contemporaneità”.
 
Quanti possono dire oggi di conoscere veramente Gesù di Nazaret? Nel solco del cammino inaugurato dal convegno su Dio del dicembre 2009, con questo volume il Comitato per il progetto culturale della CEI invita a proseguire la riflessione, come in una sorta di naturale continuità, su Gesù e in particolare sul suo carattere di persona viva, reale e capace di incontrare l’uomo di ogni epoca e di ogni luogo.

Ma cosa significa affermare che Gesù di Nazareth, vissuto tra la Galilea e la Giudea duemila anni fa, è “contemporaneo” di ciascun uomo e donna di oggi? A un primo sguardo potrebbe sembrare una provocazione, si tratta invece di comprendere in profondità cosa sia il cristianesimo, perché “il Vangelo non è un insieme di precetti o ancor meno un programma politico, ma una persona, Gesù Cristo come parola definitiva di Dio, fatta uomo”.

Dal momento in cui il Figlio di Dio è entrato nella storia, accogliendo in sé le fragilità, i desideri, il dolore di ogni uomo, la sua presenza, la sua contemporaneità sono un fatto che si realizza nuovamente in ogni espressione dell’umanità piena.
 
Come scriveva Giovanni Paolo II, “con l’incarnazione, il Figlio di Dio si è unito ad ogni uomo”. Non si tratta quindi un evento isolato nel tempo e confinato in un’epoca storica lontana ma di una realtà che si rivela agli occhi di chiunque voglia cercare Dio. In Cristo l’uomo scopre il volto di Dio e l’identità dell’umano, la sua realizzazione piena. 
 
 
 

 
 
ultimo aggiornamento 15/10/2015