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L'Istat conferma: culle sempre più vuote   versione testuale

Nel 2010 ulteriore calo di nati italiani








Netta conferma del trend delle culle vuote che affligge l’Italia da parte dell’Annuario statistico Istat 2011. Nel 2010 i nati sono stati 561.944, in calo rispetto ai 568.857 dell’anno prima (-1%), cioè 7mila in meno.
 
Una ulteriore battuta d’arresto che si distribuisce su tutta la Penisola. Il quoziente di natalità (rapporto in millesimi tra i nati e i residenti) scende parimenti a 9,3 da 9,5. Ancora più negativo l’andamento del saldo naturale (la differenza tra i nuovi italiani venuti alla vita e i cittadini deceduti). Una cifra da anni sempre più in negativo e che nel 2010 va a -25.544 da -22.806 del 2009, con un incremento in valore assoluto di ben l’11%. Ribadita anche la tendenza delle italiane a diventar madri sempre più tardi: 31,1 anni, il valore più alto della Ue.
 
Non è negativo, invece, per effetto degli stranieri affluiti nello Stivale, il saldo migratorio, anche se è in decrescita del 2%, passando da 318.066 a 311.658. In ogni modo sulla spinta del capitale umano che affluisce dall’estero, la popolazione residente nello scorso anno ha registrato complessivamente un aumento di 286.114 persone (0,5%) salendo da 60.340.328 a 60.626.442.
 
Complessivamente gli stranieri residenti raggiungono così i 4,5 milioni pari al 7,5 % della popolazione totale. Nel 2010 non registra altri incrementi, neppure lievi, il numero medio di figli per donna, fermo a 1,41 dall’anno prima. Si è bloccata, infatti, la piccola risalita registrata dallo 'sprofondo' del 1995 (1,19). Da notare che nell’Unione europea, Irlanda e Francia ci precedono nettamente con 2,1 e 2,0 (dati 2009).
 
Non c’è ripresa, anzi un ulteriore calo (quasi il 6% in meno) anche nel numero dei matrimoni: 217.185 nel 2010, ben 13.428 in meno rispetto ai 230.613 del 2009. Il tasso di nuzialità scende così dal 3,8 al 3,6 per mille. Il matrimonio religioso resta la scelta preferita (63,1%). Nel contempo continuano a crescere le separazioni (+2,1%, per un totale di 54.456 nel 2009) e divorzi (+0,2%, pari a 85.945).
 
Nel 2009 per mille matrimoni si contano 297 separazioni e 181 divorzi. Cresce anche l’affido condiviso, che rappresenta la soluzione prevalente nelle separazioni (86,2%) e dei divorzi (68,5%). Specularmente, scende il ricorso alla custodia esclusiva della madre (12,2% delle separazioni e 28,3% dei divorzi). I figli minori coinvolti sono 62.663 nelle separazioni e 25.734 nei divorzi.
 
Un altro dato negativo è costituito da un aumento del 5,5% dei suicidi arrivati a 2.986 contro 2.828 del 2009, interrompendo il trend discendente dal 2006 (3.061). Diminuiscono quelli solo tentati, a 3.289 dai 3.327 dell’anno precedente. Le classi di età in cui si ha il maggior numero di suicidi risultano essere quelle dei 45-64enni (il 33,6%) e degli over 65 (il 34,1%).
 
Più contenuta la percentuale (26,8%) della fascia 25-44 anni, nella quale però si verifica il grosso dei tentativi di por termine alla propria vita (il 47,4%). Per nulla da trascurare, poi, il fatto che nella fascia più giovane fino ai 24 anni, si sono verificati nel 2010 ben 139 suicidi (4,6% del totale) e 376 tentativi (11,4%). Intanto per effetto della crisi una famiglia su 3 'taglia' gli acquisti alimentari, 6 su 10 modificano il menù quotidiano e oltre il 30% compra prodotti di qualità inferiore.
 
Pier Luigi Fornari – "Avvenire", 17 dicembre 2011