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Cavani, Fattorini, Sindoni e Manicardi: serve alleanza con il "femminile"   versione testuale

"Gesù e le donne" tra gli eventi in contemporanea









Un cortometraggio “spontaneo, senza prove e nulla”, nato “per caso” dal ricordo di un incontro e da un colloquio con le Clarisse, che aveva suscitato “una sensazione di freschezza e d’intelligenza”. Così Liliana Cavani ha presentato il suo cortometraggio - inedito - proiettato durante l'evento in contemporanea “Gesù e le donne”.

“Gesù era misogino?”, una delle domande della regista alle religiose: “No, assolutamente, non faceva distinzione tra le persone”. E ancora: “Che farebbe un Gesù contemporaneo?”. Le risposte: “Accoglierebbe la donna come l’ha accolta duemila anni fa, non avrebbe paura delle donne. Provocherebbe un’apertura, e aprirebbe molti schemi nella Chiesa e nella società”.

“Avete mai pensato che la Chiesa è un po’ misogina?”. “Avvertire la parità con un sacerdote - la testimonianza delle Clarisse - è molto raro. In genere i frati vengono da noi solo per dire la messa e se ne vanno”.

Eppure, “si sta avviando un cambiamento”. “La vostra arma segreta è la preghiera, che arma è?”,ha chiesto ancora la regista. “È un’arma debole, molto fragile, ma nello stesso tempo potente, in cui crediamo. Siamo quasi inutili, perché la preghiera è ritenuta molto meno potente di un’azione”.

Quello di Gesù con le donne è “un rapporto di reciproco riconoscimento e reciproca accettazione, che è un passo necessario per un’uguaglianza intesa come rispetto reciproco della differenza”, ha commentato Paola Ricci Sindoni, docente di filosofia morale all’Università di Messina, nell'introdurre il cortometraggio.

Citando gli episodi dell’incontro di Gesù con la Maddalena al pozzo di Giacobbe e con Maria di Magdala dopo la Risurrezione, Ricci Sindoni ha spiegato che “Gesù si espone senza titubanza” al rapporto con le donne, manifestando in particolare “l’esigenza di guardare al mondo femminile secondo l’ottica della relazione personale”.

Ed è proprio nella caratteristica della “relazionalità”, secondo la filosofa, che si rende più evidente la “contemporaneità” di Gesù: “La rivelazione di Gesù - ‘Io sono la via, la verità, la vita’ - è una rivelazione che rivela ciascuno a se stesso, accogliendo la presenza dell’altro in una relazione intersoggettiva sempre nuova e sempre possibile”.

La Chiesa deve recuperare “l’alleanza con il femminile”, perché le donne “possono essere il centro propulsore di una nuova costituente antropologica”, grazie alla loro peculiare capacità di essere “ponte con i non credenti”. È stato invece l’invito rivolto da Emma Fattorini, docente di storia contemporanea presso l’Università “La Sapienza” di Roma, a conclusione del dibattito.

Nella “relazione con il maschile”, ha detto la storica a proposito del cortometraggio di Liliana Cavani, “bisogna imparare dalle Clarisse: loro non si lamentano e non rivendicano, ma esprimono l’amarezza, lo stupore dell’indifferenza. Si rammaricano di non essere viste, di non essere riconosciute in quanto donne, come se non ci fosse niente da imparare dalle donne”.

Infine, il teologo Ermenegildo Manicardi ha evidenziato come “Il femminismo spontaneo di Gesù nasce dal fatto che Gesù vede la donna alla luce della dignità con cui Dio la considera, a cui si aggiunge la sua considerazione intuitiva eccezionalmente acuta”.

“Lo stile di Gesù è sorprendente”, ha detto il relatore definendolo “sincero, cordiale, aperto”, sulla scorta di ciò di cui è rimasta traccia nei Vangeli. “Anche i discepoli sono stupiti dallo stile di Gesù con le donne”, ha fatto notare il teologo, ma “Gesù non indietreggia”.